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Gli attivisti “grillini”, infatti, nel commentare alcune foto o appuntamenti elettorali del Dirigente nazionale di FdI, non si erano risparmiati di esprimere certezze su presunte connivenze del candidato con ambienti mafiosi, scrivendo di interessi illeciti da tutelare e di comportamenti illegali.
Di Blasi presentò querela, contro gli sconosciuti frequentatori del web. E adesso è arrivata la condanna del Tribunale di Termini Imerese per quattro persone, una quinta aveva chiesto la messa alla prova.
Secondo Giuseppe Di Blasi “i social sono pieni di diffamatori, che non si rendono conto, nel migliore dei casi perché nel peggiore lo fanno con cattiveria, delle affermazioni violente e offensive che fanno. La mafia è una montagna di merda, ma lo è anche chi cerca di infamare l’avversario politico per avere la meglio”. L’esponente di FdI sottolinea il fatto che i condannati non erano persone da lui conosciute: “Mai visti e in alcuni casi non vivevano nemmeno in provincia di Palermo, con questa gente la querela, la giustizia, è l’unica arma che il politico onesto ha per tutelare la propria onorabilità”.
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