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Mezzo secolo di vita di Giuseppe Leone, della sua passione per la fotografia di immortalare gli istanti, è racchiuso seppur in piccolissima parte, nella mostra fotografica allestita sabato scorso a Polizzi Generosa dal titolo “Viaggio in Sicilia”, anche se qualche scatto è stato rubato anche in Spagna ma la maggior parte sono siciliani dover emergono diverse contraddizioni e metafore da cogliere su sfondi paesaggistici, neorealistici ed elementi vari sui quali soffermarsi punto si attinge dal passato per proporlo oggi quindi in una nuova lettura.
Giuseppe Leone, grande Maestro d’arte fotografica, ha una carriera molto ampia per poter essere esposta in poche battute ma fra gli aspetti più interessanti da evidenziare, il suo grande amore per la Sicilia dove si è speso in molti lavori per valorizzarne ogni bellezza a 360°. Ha collaborato con Sciascia, con Gesualdo Bufalino e ne ricordiamo pertanto il primo libro illustrato sul paesaggio siciliano che prende il titolo di Isola nuda pubblicato circa nel 1987 ; la collaborazione Enzo Selleria, con la fondazione Buttitta e molto altro. Davvero numerose le pubblicazioni di libri con Sellerio citando ad esempio il matrimonio in Sicilia e Ragusa barocca, La pietra vissuta, un altro libro molto famoso dove viene descritto il paesaggio degli Iblei ,il mondo rurale , architettonico.
La sua formazione ha un’anima palermitano e catanese ma molto a cuore c’è pure Trapani. Ed è proprio in queste due città che l’esperienza del Maestro Leone si fa sempre più corposa. Per il noto fotografo, animo sensibile e profondo, professionale, abile nello sviluppare tematiche di spessore in forma d’arte con spiccato intuito geniale nel cogliere l’attimo,” la fotografia è la verità del momento che viene scattata come verità assoluta, l’attimo irripetibile alla base di tutto, un momento decisivo che non si può più ripetere”.
Il maestro Leone è sempre stato attratto dai vari aspetti siciliani e ha molto apprezzato i paesi madoniti. Ha avuto attenzione anche per Geraci Siculo le due Petralie, Gangi. Specialmente nel periodo delle Pasqua è stato molto presente e ne ha vissuti i vari momenti. In ultimo e abbiamo proprio chiesto se ci saranno altri progetti su questi luoghi e spera di collaborare anche con Domenico Dolce per creare qualcosa di bello per questi paesi che meritano davvero tanto è un’attenzione particolare perché offrono un paesaggio che davvero merita il risveglio.
Abbiamo pertanto chiesto al maestro Leone se ama rappresentare la Sicilia più in una visione più statica, in una dimensione di totale bellezza che è stata preservata nonostante lo scorrere del tempo e ne ha così mantenuto un fascino invidiabile senza tempo, oppure se preferisce identificare la sua Sicilia in una bellezza che pur mantenendosi in parte, si è però adeguata al cambiamento del mondo attuale e moderno e ci ha risposto che «è un po’ ambiguo lo stile usato quanto si vogliono far sposare le due idee». Per l’appunto, in una fotografia, si è ben riusciti a spiegarne il concetto in un contenuto metaforico. Si può notare infatti un carretto siciliano che rappresenta l’icona del mondo antico per eccellenza della Sicilia ma allo stesso tempo si scorge una ciminiera industriale. Questi elementi denotano il convivere simultaneo di una vecchia Sicilia che si adegua alla contemporaneità.
Sorge a questo punto spontanea la domanda se il maestro ha maggiore predilezione per dare risalto ad elementi più sfarzosi come il Barocco sul quale ha molto lavorato o se predilige poter catturare gli istanti e i momenti del quotidiano e quindi entrando a contatto con il popolo, con il vivere semplice nella sua più totale genuinità e spontaneità. In effetti, ci risponde che, anche se ha predilezione per l’architettura e i monumenti di rilievo piccola Giuseppe Leone si risponde proprio che «l’umanità è quello che è più mi attrae, il vivere nei suoi aspetti più reali e un tema che mi sta molto a cuore è quello dell’infanzia e potete notarlo anche delle fotografie dove ci sono molti bambini. Ad esempio ce n’è uno che gioca con uno scatolone non è qualcosa di banale. Attraverso il gioco il bambino, accontentandosi anche di poco, impara a rappresentare qualcosa, scatena la sua fantasia e immaginazione. E da lì che nasce tutto e facendo esperienza avrà voglia di fare e di dare al mondo nel quale si trova a vivere quindi diamo molta importanza ai bambini che sono la chiave del nostro futuro, sono loro la speranza nel progresso e dell’andare avanti nel mondo. Noi cederemo il passo».
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