Caccamo: ucciso dalla Mafia a colpi di accetta, si commemora Filippo Intili IL VIDEO

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SI È TENUTA IERI LA CERIMONIA AL CIMITERO DI CACCAMO
 
A distanza di 70 anni dal delitto consumato a Piano Margi, oggi 8 agosto 2022, presso il cimitero comunale di Caccamo, Intili è stato ricordato dalle autorità locali con una celebrazione alla quale è intervenuto anche uno dei suoi discendenti, il nipote Salvatore Intili.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Franco Fiore e dell’assessore alla Cultura Patrizia Graziano, sono intervenuti: il nipote della vittima, i responsabili della CIGL di Caccamo, Termini Imerese e Palermo (Francesca Rosella Musico, Laura Di Martino e Dino Paternostro).
Il frate domenicano Padre Giovanni Calcara ha curato un momento di preghiera e di riflessione.
 
Nel corso della manifestazione il giovanissimo poeta Edoardo Geraci, ha declamato i versi del componimento con il quale si è aggiudicato il 2° posto al VII Concorso Nazionale di Poesia “Padre Pino Puglisi” 2022.
 
L’evento commemorativo è stato animato dalle musiche eseguite dalla violinista Maria Concetta Guzzardo.
“Filippo Intili (1901/1952) – mezzadro. Ucciso da mano mafiosa, si batté per la legalità e la giustizia. La sua memoria spezzi ogni pavido silenzio”.
 
Le frasi incise sulla lapide della tomba di Filippo Intili, narrano il coraggio di un contadino caccamese, barbaramente ucciso dai mafiosi del posto, per essersi ribellato ai loro soprusi.
 
Filippo Intili era un contadino, originario di Montemaggiore Belsito, ma viveva e lavorava a Caccamo, con la moglie ed i tre figli.
Nell’ottobre del 1944 era stata introdotta la riforma agraria dal Decreto Gullo: i proprietari ed i mezzadri non dovevano più dividere il raccolto a metà, ma il 60% doveva andare ai contadini, mentre il 40% ai proprietari.
 

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Purtroppo nelle campagne di Caccamo, ancora nel 1952, si continuava a dividere il raccolto a metà, come se il Decreto Gullo non fosse mai esistito.
 
Intili, che coltivava a mezzadria dei terreni di proprietà del Comune, (terre gestite in affitto da Pietro Catanese, che le aveva a sua volta in sub affitto da Lorenzo Di Gesù), decise di applicare la Legge e di dividere il raccolto al 60% per se stesso, 40% ai gestori.
 
Sorpreso da solo in contrada Piano Margi, (una contrada nella zona della borgata San Giovanni Li Greci), il 7 agosto 1952, Intili fu aggredito ed ucciso con la sua stessa accetta. Il figlio lo ritrovò il giorno seguente in bagno di sangue, con la testa spaccata. I colpevoli non furono mai assicurati alla giustizia e gli unici due indiziati prosciolti per insufficienza di prove.
 

 
Omertà e paura fecero calare il silenzio sul caso, fino al 1999, quando la Regione Siciliana riconobbe Filippo Intili, vittima innocente della mafia.
 


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