Con l’avvio della quarta dose di vaccino anti-Covid agli over 60, le somministrazioni nelle farmacie di Palermo e provincia, come prevedibile, sono aumentate. Questa settimana, infatti, sono state 552 (396 in città e 156 in provincia) portando il totale delle vaccinazioni in farmacia a 103.590 dall’inizio della campagna vaccinale, lo scorso 3 settembre, quindi in quasi un anno.
E proprio volendo riconoscere il prezioso contributo fornito dalle farmacie durante il contrasto alla pandemia nel monitorare e tracciare i contagi con i test antigenici e nel prevenirli con i vaccini, nonché la loro ampiamente dimostrata capacità di supportare il Servizio sanitario nazionale nelle campagne di screening fra la popolazione, il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’ambito della norma che ha istituito il modello della “farmacia dei servizi”, ha reso strutturale e permanente nelle farmacie italiane il servizio di somministrazione di vaccini anti-Covid, di vaccini anti-influenzali e di test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo.
Lo prevede un protocollo sottoscritto da Speranza con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Federfarma, Assofarm e FarmacieUnite.
L’accordo rende definitive le regole su vaccinazioni e test in farmacia che saranno in vigore fino al prossimo 31 dicembre, andando quindi oltre il regime di emergenza sanitaria. In più, concede la possibilità alle farmacie più piccole, prive di spazi sufficienti a svolgere questi servizi aggiuntivi, di erogarli in locali contigui oppure condivisi fra più farmacie legate da “contratti di rete”.
“Si tratta di una svolta epocale – spiega Roberto Tobia, segretario nazionale e presidente di Palermo di Federfarma – che allinea l’Italia al resto d’Europa, dove la vaccinazione in farmacia è realtà da tempo”.
“Si realizza – prosegue Tobia – una parte importante del modello della ‘farmacia dei servizi’ voluto dal legislatore, a completamento dell’avvenuto riconoscimento del ruolo del farmacista come figura di operatore sanitario facente parte integrante del Servizio sanitario nazionale”.
“I farmacisti tra i primi – conclude Tobia – quando è esplosa la pandemia hanno saputo organizzarsi per non fare mai mancare supporto e assistenza alla popolazione, e adesso questo patrimonio di esperienza e di competenza viene definitivamente messo a disposizione dei cittadini nelle campagne nazionali di prevenzione, che potranno essere ancora più efficaci facendo leva sulla capillare rete delle 19mila farmacie presenti sul territorio”.
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