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I documenti che insieme all’amico Andrea Sansone ho avuto modo di consultare nella nostra biblioteca Liciniana parlano chiaro; e ci descrivono di una vera e propria lite, con tanto di scambio di lettere ed accuse, tra il sacerdote Padre Salvatore Indovina rettore della chiesa dei Cappuccini, la signorina La Mantia, ed il Comune.
Siamo nel 1910; ed era successo che gli amministratori dell’epoca, con regolare verbale di consegna, avevano affidato al sacerdote la chiesa di San Girolamo e Santa Rosalia, compreso ciò che dentro vi si trovava. Il sacerdote Indovina lamentava però il fatto che tale signorina Domenica La Mantia rappresentante della Pia Associazione dell’Assunta, che ne gestiva la cappella ed il culto, ritenendolo di sua esclusiva pertinenza, si rifiutava di consegnargli le chiavi di tutto ciò che riguardava l’urna con la sacra immagine dell’Assunta, ivi compreso un tesoretto con vari oggetti di valore.
La cosa evidentemente non andava giù all’Indovina che peraltro, rivolgendosi al sindaco così scriveva:
“…… In risposta alla Sua del 23 scorso…..significo alla S.V. Ill.ma che non solo fo le mie sperticate meraviglie riguardo a quanto scrive la direttrice della Pia Associazione dell’Assunta dentro la Venerabile chiesa dei P.P. Cappuccini….ma benanco faccio notare alla S.V. Ill.ma che nella mia del 12 scorso mese affatto non intendea parlare del piccolo tesoro che ha la Vergine Assunta….ma di tuttaltro parlavo, e precisamente di quello che dopo la festa del 15 agosto di ogni anno viene collocato sulla salma della Vergine Assunta e quotidianamente mantenuto”
In uno dei documenti rinvenuti si parla, tra le altre cose, di 4 anelli d’oro, di 2 paia di orecchini d’oro, di n° 18 stelle d’argento, di n°1 stellario di rame, di 12 stelle di rame, di una corona di rame, di una veste e di un manto.
A sua volta la signorina La Mantia così aveva scritto al sindaco per reclamare i propri diritti di direttrice della Pia Associazione:
“……Riguardo alla chiave dell’urna, giusta deliberazione di Questa Spett.le Giunta….io sola ne ho il diritto ed il dovere della custodia, e nessun altro, tantomeno l’Indovina il quale non ha nessuna ingerenza nella amministrazione dell’Assunta. Colgo questa occasione per partecipare al reclamante Sacerdote Indovina le disposizione della sucennata deliberazione, in modo che per l’avvenire non si ingerisca dove non gli appartiene. Del resto come cappellano della chiesa, sebbene ne avesse l’obbligo, egli la trascura completamente, e sarebbe proprio il caso di sostituirlo con un altro prete più volenteroso e più attivo…”
Insomma la “terribile” signorina Mimma La Mantia non solo non intendeva restituire le chiavi dell’urna e tutto ciò che essa conteneva; ma, considerandolo ‘ntricusu e lavativo, chiedeva addirittura al sindaco la sostituzione del “povero” Padre Indovina!
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