Termini Imerese a tempu di sarsa

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A Termini, e questo fin negli anni settanta del secolo scorso, quando abbunnava u pumaroru nustrali, in tantissime famiglie si preparava a sarsa; che fatta seccare (u strattu) od imbottigliata, sarebbe stata un gustoso condimento per la classica “pasta ca sarsa” o per altre prelibate pietanze. Ma ecco come racconta quei tempi di inizio novecento il professore Giuseppe Navarra nel suo libro “Termini Com’era”.
 
Egli così scrive: “…La stragrande maggioranza delle famiglie comprava, quando il prodotto abbondava, un paio di carteddi di pomodoro allo scaru. I frutti, maturi, si schiacciavano dentro il passapumaroru, che era un utensile…con il fondo sforacchiato, in modo che i buchi trattenessero i semi, ma facessero passare il sugo che finiva in una grossa pentola di terra cotta con due manici. Erano pronti i stinnituri, fatti di assi accostati, di circa un metro quadrato, ma venivano usate anche quelle tavole che una volta sorreggevano i materassi, e quei bei piatti grandi di maiolica istoriata. Queste cose erano trasportate nei punti assolati: in piena via, nelle piazze e piazzette e persino o chianu a Matrici, dove le massaie vi versavano il contenuto della pignata, badando a che il liquido non sbordasse. Le donne, con un fazzoletto bianco in testa, perché il sole picchiava, accorrevano per spostare u stinnituri in modo che restasse sempre colpito dai raggi solari, e per rimescolare con la mano aperta la massa che, da liquida, diventava sempre più viscosa…Parecchia gente preferiva la salsa in bottiglie. Si bolliva il pomodoro in caldaie di rame, si premevano i pomodori cotti, in modo da toglierne i semi e le bucce, si aggiungeva sale, pepe e bbasalicò e si travasava in bottiglie di vetro nero di varia grandezza…”
 
Questo era ciò che accadeva nella nostra città durante il periodo tra la metà di luglio ed agosto. Oggi di tutto ciò più nulla è rimasto; e chi usa ancora preparare a sarsa non lo fa certo più nelle strade ma nelle case di campagna. Di certo un buon sugo con la sarsa di casa, nulla ha a che vedere con quello comprato al supermercato.
 
 
 


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