Matteo Messina Denaro e i dati scomparsi: Ingroia si oppone all’archiviazione, la denuncia è partita dal coraggioso finanziere termitano Carlo Pulici

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MATTEO MESSINA DENARO: IMPORTANTI DATI INVESTIGATIVI “SCOMPARSI” DA UN UFFICIO DELLA DDA DI PALERMO.

LA PROCURA DI CALTANISSETTA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE, LO STUDIO LEGALE INGROIA SI OPPONE E CHIEDE INDAGINI E VERITÀ 

La Procura di Caltanissetta aveva presentato richiesta di archiviazione.
Con fermezza ci siamo opposti. Rappresentando al Tribunale tutta la nostra amara perplessità sulla vicenda. In primis, sulla assoluta carenze delle indagini investigative fin’ora svolte, posta la assoluta gravità dei fatti che riguardano tale vicenda giudiziaria.
E ancor di più sulla incomprensibile richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Caltanissetta, la quale, sulla base degli elementi indiziari da noi indicati, ben avrebbe potuto perseguire la ricerca della verità su tali fatti.
Così invece non è stato.

La scomparsa di 2 pen drive ed un Pc dall’ufficio di un magistrato, la dott.ssa Teresa Principato, all’epoca dei fatti in servizio alla DDA di Palermo, contenenti file segretissimi sulle indagini riguardanti il boss Matteo Messina Denaro, è una notizia che riteniamo non possa passare in sordina e che avrebbe meritato tutta l’attenzione giudiziaria, prima che mediatica, che fatti del genere imporrebbero.

Alla luce di ciò ci siamo visti costretti a contestare alla Procura di Caltanissetta un intollerabile pressappochismo sulla conduzione delle indagini, che si sono arenate ben prima che fossero quanto meno sentiti coloro i quali avrebbero certamente potuto fornire un contributo di verità utile per fare luce sulla vicenda.

La denuncia che infatti presentammo – grazie al fondamentale contributo di un coraggioso finanziere, oggi nostro assistito, Calogero Pulici, che ha denunciato tali fatti – riteniamo avrebbe dovuto imporre indagini serie e coerenti con l’assoluta gravità della vicenda.
Nessuno invece, ad oggi, nonostante tutto, è stato mai sentito.

Ci chiediamo ancora, sgomenti, se tutto ciò sia accettabile.

Per questo ieri mattina, giovedì 9 giugno, all’udienza in Camera di Consiglio, durante la quale il PM ha insistito nella richiesta di archiviazione, ci siamo opposti con fermezza.
Abbiamo chiesto, quindi, che vengano ascoltati, oltre al Pulici e alla dott.ssa Principato, anche molti altri soggetti, nonché tutti coloro i quali, nel prosieguo delle indagini, si riterrà utile sentire per la ricerca della verità.

Nell’assoluta convinzione che la lotta alla mafia vada condotta nelle aule di tribunale con indagini serie e rigorose e con scelte investigative coraggiose, che sappiano vedere nella lotta alla mafia la stella polare della giustizia italiana.

 
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