Alcune teste di decapitati venivano poste in una piramide in muratura, dentro dei finestrini che mostravano le teste ai passanti, un macabro monito ai palermitani. Palermitani che ne rimasero talmente impressionati da chiamare il ponte sull’Oreto vicino al cimitero “il ponte delle teste mozze“.
Chiediamo un intervento immediato da parte dell’assessore Samonà, e della soprintendenza, per cercare di recuperare quanto più possibile dell’ultima testimonianza di questo luogo che nell’immaginazione e nella storia dei palermitani è stato sempre particolarmente importante” concludono Gelarda e Sgroi
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