Il Genio di Palermo: alla scoperta di nobili palazzi, osservatori astronomici, orti e carceri, studi d’artista e passeggiate tematiche FOTO

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Il Genio di Palermo, ultimo weekend

Tra velette e merletti, le nuove stanze dei Whitaker dove si gusta il Marsala.

I telescopi  del principe Tomasi, le tavole su cui insegnava il Basile; i misteri dell’acqua, l’Orto Botanico e le carceri dello Steri al tramonto. Le miscele da alchimista di Domenico Pellegrino e le anime in fibra di carbonio di Marco Papa. E le passeggiate condotte da appassionati architetti e urbanisti

PALERMO  4  e  5 giugno

PALERMO. Soltanto una dama di compagnia può conoscere i segreti dell’alcova della sua padrona: e probabilmente Lilian Moneypenny – che se nel cognome originario faceva pensare a 007, nella storpiatura locale era diventata Nannypenny – era la confidente di Tina Scalia,moglie di Joseph Isaac Spadafora Whitaker, per tutti Pip, archeologo e ornitologo. Lilian era rigida, inglese, molto severa, sopportata dalla servitù che però la accudì fino alla fine: la sua stanza, comunicante con quella di Tina Scalia, è la sorpresa della visita a Villa Malfitano Whitaker (via Dante), che domenica aprirà dalle 11 alle 18 per l’ultimo weekend del Genio di Palermo, il festival costruito dalle Vie dei Tesori con l’Università, cercando di seguire in giro per la città, le tracce del suo nume laico, vero simbolo di creatività.

Ed rieccoci a villa Whitaker: da un armoire nella stanza della governante sbucano velette, cappellini leziosi, guanti, pochette, un bavero di volpe e persino un casco da esploratore che probabilmente Tina indossava quando accompagnava il marito nelle esplorazioni all’isola di Mozia.

Dalla stanza di miss Nannypenny si passa alla camera di Tina Scalia e, attraverso una porta celata nell’armadio, alla stanza di Pip, piccola e austera.

Al primo piano è anche esposto il ritratto dell’amatissimo Tuffy-Too il cagnolino di casa che è sepolto in giardino: il dipinto è firmato da Eleonora Ragusa, il nome che assunse O’Tama Kiyohara al suo arrivo in Italia, quando sposò lo scultore Vincenzo Ragusa.

La visita si chiuderà con una degustazione di Marsala stravecchio della cantina Curatolo Arini.

Ma le sorprese del Genio di Palermo inizieranno già venerdì, quando si potrà visitare  dalle 9,30 alle 12,30, il Museo della Specola (pizza del Parlamento 1): sono rimasti pochissimi posti ma i fortunati potranno ammirare strumenti complessi, personaggi appassionanti (il principe astronomo Giulio Tomasi o il primo direttore della Specola, il matematico massone Piazzi che scoprì l’asteroide Cerere Ferdinandea, ma sbagliò i calcoli e rischiò di perderlo di vista), e raggiungere la terrazza da cui si domina la città.

Sabato e domenica si entrerà nel vivo di questo ultimo weekend del festival: a partire dalle 34 tavole su cui insegnava Ernesto Basile che aveva particolarmente a cuore i suoi studenti.

Ve le spiegheranno professori appassionati capitanati da Ettore Sessa che di questi schizzi conosce ogni voluta, ogni arabesco, ogni angolo che pare librarsi in aria.

E se al dipartimento di Architettura (viale delle scienze Ed.14, solo sabato dalle 10 alle13.30), si studia il genio di ieri, bisogna dedicare tempo e spazio anche agli artisti di oggi: a Palazzo Valguarnera (piazza Bellini, 5, sabato e domenica fino alle 20,30) Marco Papa, mentre sta lavorando ancora sulle sue sculture con l’anima in fibra di carbonio, sta anche rileggendo un suo “Nono Genio” tra disegni e una piccola scultura in pece greca.

In via Giusti 20 (sabato e  domenica dalle 10 alle 18,30) troverete invece lo studio di Domenico Pellegrino che prima di dedicarsi alle luminarie creative, ideava per i suoi arditi supereroi, una mistura segreta di cui non svelerà mai gli ingredienti.

Il resto comunque lo racconterà, nel luogo dove crea ogni giorno i suoi lavori e dove spiegherà live il suo Genio – dal bozzetto al mood board – ospitato all’Orto Botanico, che aprirà in notturna sabato dalle 19 alle 21. Se invece decidete di andarci entro le 19, troverete la mostra sul Genio di Palermo (la manifestazione d’arte che animò la città dal 1998 al 2005) attraverso gli scatti storici di Sandro Scalia e Ezio Ferreri.

 

Alla ricerca del Genio: lo troverete sull’arazzo settecentesco di Palazzo Comitini (via Maqueda 100, solo sabato dalle 10 alle 17,20) e lungo lo scalone monumentale di Palazzo delle Aquile (piazza Pretoria 1, sabato e domenica dalle 10 alle 17,30), e se sarete tra i pochi fortunati che riusciranno a prenotare, anche a Palazzo Isnello (via Isnello 10, solo domenica dalle 10 alle 13) che ospita lo splendido affresco di Vito D’Anna.

Collezione-Basile-Ducrot

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Ultima occasione anche per lasciarsi intrigare dalla precisione ingegneristica delle canalizzazioni dell’acqua potabile: i serbatoi di San Ciro (via Ciaculli 5) e le sorgenti del Gabriele (stradella Riserva Reale 8) aprono sabato e domenica dalle 10 alle 16,30.

E non va persa neanche la Casina Cinese (via Duca degli Abruzzi 1) con la sua tavola matematica, vero esempio di genialità al servizio della privacy dei re Borbone: sabato è aperta dalle 10 alle 17,20, ma domenica (fino alle 12,15) si potranno aggiungere le delicate cucine reali che fanno parte del vicino Museo Pitrè.

Altri luoghi? Eccoli: il MEC (corso Vittorio Emanuele 452, sabato e  domenica dalle 10 alle 17), il museo tecnologico dedicato al mondo di Steve Jobs; l’Oratorio dei Bianchi (via dello Spasimo 16, sabato e domenica dalle 10 alle 17,30) dove rivive la mano geniale degli stuccatori Serpotta. Potrete contare una ad una le mattonelle in maiolica delle Stanze al Genio (via Garibaldi 11, sabato e  domenica dalle 16 alle 20): o cercare grida antiche nelle carceri dello Steri (sabato in notturna, dalle 19 alle 21); tra i palazzi, ritorna Villa Zito (via Libertà 52, sabato e domenica dalle 10 alle 13) con la sua collezione di paesaggisti ottocenteschi; e il diruto Palazzo Costantino (via Maqueda 215), da dove si potrà osservare dall’alto l’incrocio dei Quattro Canti (e la tanto criticata scultura di Arcangelo Sassolino).

E se volete una visuale diversa, sono disponibili gli ultimi voli sulla città sul piper cercando il Genio dall’alto, o le traversate lungo la costa per ammirare il waterfront della città. Si prenota tutto su www.leviedeitesori.it

LE PASSEGGIATE. Sono addirittura sei le passeggiate di questo ultimo weekend del Genio di Palermo, guidate da docenti appassionati e ognuna sarà indimenticabile: si comincia sabato alle 10,30 con l’architetto Daniele Ronsivalle riannodando il filo che lega la città al suo (amato, odiato) fiume Oreto, dal ponte dell’Ammiraglio a Borgo Ulivia.

Due i percorsi scelti dall’urbanista e prorettore alla Terza Missione, Maurizio Carta: alle 11 dallo Stand Florio condurrà una passeggiata ispirata all’alleanza tra centri e margini, per cambiare il punto di vista sulle periferie.

 Domenica invece racconterà  i progetti in corso e le prospettive di rigenerazione del waterfront della città, dal porto ritrovato al debutto della costa Sud.

Un passo indietro, sabato alle 11 da piazza San Domenico, il giornalista Mario Pintagro riparte alla scoperta delle antiche maestranze di artigiani che producevano le carte da gioco.

 Alle 17, lo storico dell’arte Sergio Intorre cercherà le fascinazioni dei viaggiatori del Grand Tour attraverso i luoghi del centro storico segnati dalla presenza del Genio. 

Sabato si chiude al tramonto nella riserva naturale di Sferracavallo dove la docente di pedagogia e terapeuta Elena Mignosi, guiderà un’esperienza di ascolto profondo e di simbiosi con la natura attraverso respirazione e movimenti. Tutte le passeggiate su www.leviedeitesori.it.

Il programma del festival Il Genio di Palermo, le schede e gli approfondimenti sono sul sito www.leviedeitesori.com con tutte le info necessarie per partecipare a visite, passeggiate, esperienze.


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