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Sinalp accusa la politica di indifferenza nei confronti dei lavoratori e del tessuto produttivo siciliano

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Come ogni anno la Direzione Regionale Sinalp augura a tutti i lavoratori una Buona Pasqua e nell’ambito di questo evento si è discusso del futuro dei tanti lavoratori che vivono una condizione di precarietà ormai incancrenita e di difficile soluzione.

Il Segretario Regionale Andrea Monteleone, in questo momento storico di estrema difficoltà, ha voluto evidenziare la piaga della precarietà del lavoro in Sicilia perchè chiunque sarà chiamato a governare questa difficile realtà sociale, quale è la nostra terra, avrà l’arduo compito di mettere fine ad una trentennale sopraffazione della politica e dei politicanti che la rappresentano, nei confronti dei siciliani.
Come sindacato siamo stati sempre in prima linea nella difesa del diritto al lavoro e della dignità dei siciliani, difendendoli da quella politica viscida e meschina che vuole invece tenerli sempre succubi delle loro scelte ed imposizioni affinchè non possano mai acquisire quella libertà che gli viene garantita sia dalla Carta Costituzionale Siciliana che dalla Carta Costituzionale italiana.

ASU, PIP, Contrattisti, Co.Co.Co. OSS, Forestali, precari covid, ogni Governo che si è succeduto non ha mai saputo dare una soluzione a questi lavoratori o per incapacità o per convenienza politica e partitica.
A differenza del passato, anche recente, il Governo Musumeci ha voluto caparbiamente metter mano al marasma della precarietà siciliana tentando di ridare la dignità ed il diritto al lavoro a migliaia di siciliani abbandonati a se stessi da una politica indifferente e vigliacca.
A tale proposito ancora oggi esiste il contenzioso tra il Governo Musumeci e il Governo Draghi, quello del Migliore, che si è messo di traverso bloccando la stabilizzazione degli ASU.
Sul tavolo del Governo Siciliano esiste la volontà di stabilizzare i Forestali ed anche in questo caso ci scontriamo con l’indisponibilità del Governo Nazionale ad una soluzione condivisa, tant’è che il Governo Regionale è stato costretto a ripiegare su una semplice riforma del comparto che ha scontentato tutti.
Con il sistema del pareggio di bilancio, imposto agli enti locali siciliani, i contrattisti continuano a lavorare tra grandi difficoltà per poche ore settimanali, le ASP non riescono a stabilizzare gli insostituibili ed essenziali OSS anch’essi con contratti precari ed offensivi a quanto dichiarato dalla Costituzione Italiana.
L’ultimo Governo Siciliano Autonomista che lottò veramente per i diritti dei Siciliani, il Governo Milazzo del 1958, è stato accusato dai media e dalla politica Romana di tutte le nefandezze possibili ed immaginabili pur di farlo politicamente fuori.
Purtroppo, come la storia insegna, ogni qualvolta un Governo Siciliano tenta di affrontare i problemi atavici creati dagli ascari dei Governi Romani si scatena il fuoco incrociato amico e nemico per non permettere a questa terra di emergere dalla precarietà.
Oggi stiamo assistendo a qualcosa di simile verso il Governo Musumeci, che dopo anni di governi succubi ed anche proni, verso i dictat romani, ha avuto il coraggio e la dignità politica di voler difendere i diritti sacrosanti dei siciliani.
Possiamo comprendere che le opposizioni attacchino le scelte politiche intraprese dal governo ma non riusciamo assolutamente a comprendere gli attacchi di alcuni alleati che per cinque anni hanno gestito e fatte proprie le scelte politiche del Governo Musumeci.
Ci chiediamo se è iniziata la campagna denigratoria verso un Governo che ha voluto mettere al centro della propria azione gli interessi dei Siciliani, come successe in passato con il Governo Milazzo.
Poi per non farci mancare niente la crisi pandemica prima e la vergognosa guerra scatenata dagli eredi del regime comunista russo contro l’Ucraina, ha finalmente scoperto la vera faccia della tanto sbandierata ed amata globalizzazione, mettendo in luce decenni di politiche distruttive dell’intero sistema produttivo nazionale e siciliano che il Governo Regionale è chiamato a risolvere.


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Luana La Bua

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