Nella mail, in particolare, si legge: “Dall’esame dei dati e dei liquidazioni relativi alla Divulgazione delle liquidazioni periodiche Iva, da lei mostrate per Il trimestre 2021, sono emerse alcune incoerenze. Le spiegazioni relative alle incongruenze riscontrate sono accessibili nel “Cassetto fiscale” (sezione l’Agenzia) accessibile dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.gov.it) e in versione ultima nell’archivio allegato alla presente e-mail. La presente e-mail è stata generata automaticamente, pertanto la raccomandiamo di non dare risposta a questo recapito di posta elletronica”.
Per difendersi da questo tipo di attacchi occorre tenere sempre presente che lo strumento più efficace è l’uso consapevole degli strumenti informatici. Certo, gli antivirus moderni offrono ormai un buon livello di protezione, almeno dall’esecuzione di software malevoli, ma per ridurre al minimo i rischi di incappare in una di queste trappole è fondamentale adottare una serie di accorgimenti nell’uso della posta e di internet.
Come si capisce se una mail è sospetta? Intanto, cominciando col chiedersi se il messaggio proviene da un mittente noto, poi verificando se è scritto in italiano corretto. Ancora: è rivolto personalmente a noi? È ben “costruito”, cioè i caratteri usati sono coerenti o sembra un copia e incolla raffazzonato? Il discorso “fila” liscio e ha senso compiuto? Anche una sola di queste mancanze è sufficiente a considerare prudentemente il messaggio come pericoloso.
Se ci sono collegamenti nel messaggio, la prima verifica da fare è se, al passaggio del mouse, il link corrisponde al testo. È sempre opportuno diffidare dei link accorciati (ad esempio quelli di tipo bit.ly) che non consentono di sapere a priori qual è l’indirizzo di destinazione. Se ci sono allegati, bisogna sempre controllare che abbiano una sola estensione (ad esempio .docx e non .docx.exe). In caso di dubbi sulla provenienza reale di un documento ricevuto per mail, piuttosto che aprirlo è preferibile contattare il mittente per altra via (un numero di telefono o un indirizzo email ufficiale) e chiedere conferma. L’Agenzia delle Entrate non invia mai per posta elettronica comunicazioni contenenti dati personali dei contribuenti.
La linea di difesa più efficace, in definitiva, contro gli attacchi informatici di questo tipo è la presenza di spirito, coadiuvata dal buon senso e da un pizzico di attenzione.
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