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Il noto cantautore Cesare Cremonini in visita a Palermo, una delle tappe del progetto Io Vorrei, nato con lo street artist siciliano Giulio Rosk. Il suo nuovo album, “La ragazza del futuro”, ha un collegamento diretto con l’iniziativa che unisce diversi luoghi di tutta Italia, tra i quali il quartiere palermitano dello Sperone.
A conclusione della splendida giornata trascorsa a Palermo, Cremonini è stato a cena nel ristorante dello chef termitano Natale Giunta.
«L’Istituto Sperone Pertini è una scuola, grande, bellissima, colorata, pulita, moderna, viva, sana, che si erge con orgoglio, come le tre bandiere che sventolano sulla sua porta d’ingresso, (quella italiana, quella d’Europa e quella della Sicilia), in una posizione che somiglia a una piazza ma una piazza non è. ‘Non esistono piazze allo Sperone‘, la scuola è uno “spazio aperto” di un quartiere enorme. Come un sole che allunga i suoi raggi verso tutte le angolazioni e prospettive possibili, la puoi vedere dalle finestre appoggiate una sull’altra sui palazzi che si ripetono all’infinito, quasi a farsi coraggio. La puoi ascoltare, perché dalle finestre delle classi si odono le grida e le risate, i canti e le parole di centinaia di bambini che riempiono le strade tornando a casa».
«Tutto intorno lo Sperone non lascia scampo alla realtà, estrema e difficile, abbandonata ai suoi perché, ferocemente aggredita dalla sporcizia. ‘Una città dentro alla città’, eppure umana, umana in un modo di cui io non saprei scrivere, e non basterebbe. Antonella di Bartolo, preside dell’Istituto, è una grande donna prima di essere una insegnante. Non troppi anni fa ha letteralmente salvato la scuola, fondandola di nuovo, da zero, quando tutti, istituzioni comprese, volevano chiuderla perché cadeva a pezzi. Ha miracolosamente abbattuto la dispersione scolastica, una piaga terribile. “Una scuola che chiude qui è la sconfitta peggiore”. Questo perché “la scuola è una promessa fatta ai bambini. Un loro diritto”».
«Ora questa scuola è tutto. Non ha valore. È la cosa più bella che un bambino può incontrare. La prima parola che potrà imparare. L’arte sui palazzi del progetto #IoVorrei è solo il prolungamento di questa bellezza e di questa promessa, che non basta. Non basterà. Ma è un altro tassello in più. Perché non c’è scuola senza intorno una città, di cui una bambina di nome Gaia, oggi è simbolo. La promessa che viene mantenuta. Il futuro», ha concluso Cremonini.
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