Una nuova forza politica e sociale: dalla Normandia fino al Regno di Sicilia nel suo massimo splendore

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Ruggero II d’Altavilla, uomo abile, determinato e ambizioso, fu il primo normanno in grado di unire il Sud Italia sotto i vessilli del Regno di Sicilia arrivando a sfidare il papato e gli imperatori d’oriente e d’occidente. Il suo regno caratterizzato dalla coesistenza di popolazioni e religioni diverse, sviluppò un’amministrazione centralizzata su fondamenta arabe e bizantine e con un articolato ordinamento giudiziario
e militare.
Amante delle arti, fu un grande mecenate che invitò alla sua corte numerosi saggi e studiosi provenienti da tutta Europa. Prima di parlare in generale di Ruggero II, si ritiene necessario ripercorrere a grandi linee e in maniera sintetica come sia avvenuta la conquista normanna del sud Italia.
I Normanni, discendenti dai Vichinghi, a partire dal IX secolo iniziarono a espandersi nell’occidente e nell’ oriente russo e nell’ anno 911, crearono nella Francia settentrionale un ducato normanno: la Normandia. I Normanni cominciarono ad apparire nell’ Italia meridionale alla fine del X secolo come pellegrini al santuario di San Michele Arcangelo nel Gargano a cui erano molto devoti. Il sud Italia nell’ XI secolo era un mosaico di dominazioni: Calabria e Puglia sono sotto il controllo di Costantinopoli; i territori legati a Napoli,  Gaeta e Amalfi erano Ducati autonomi; Benevento, Capua e Salerno erano sotto il controllo dei  longobardi; la Sicilia era in mano islamica.
 
Dopo l’anno mille, il signore di Salerno per  fronteggiare alla minaccia dei saraceni, decise di reclutare i normanni come mercenari, lo stesso  fece Melo, un aristocratico di Bari, che insofferente al dominio bizantino, incitò nel 1009 i  Longobardi alla rivolta contro Bisanzio, militando dei normanni alla sua corte. Pertanto la  presenza dei Normanni non fu un’ invasione, e neppure una conquista, come era avvenuta in  Inghilterra con Guglielmo il Conquistatore, ma fu piuttosto un’ usurpazione, una sequela di  insignificanti coups d’état, progettati da egocentrici guerrieri che non avevano alcuna visione di  un regno normanno, alcuna intuizione di contribuire alla gloria della gens Normannorum.
 
Sulle  rovine di governi bizantini, longobardi e municipali, sorse così, non a caso, un certo numero di  minuscoli stati normanni. Uno di questi fu fondato nel 1030 quando il duca di Napoli concede il  territorio di Aversa al normanno Rainulfo Drengot, il quale crea una corte che attira molti giovani  provenienti dalla Normandia.
 
Nel 1037 arrivarono alcuni figli di Tancredi d’ Altavilla, tra cui  Roberto, detto il Guiscardo, un grande condottiero dotato di grande carisma, intraprende assieme  al fratello Ruggero, detto poi il Gran Conte, l’occupazione del meridione e della Sicilia,  frantumando la potenza delle forze bizantine e musulmane con poche centinaia di cavalieri. I  Normanni che arrivano in Italia non sono vichinghi ma francesi, e tra di loro vi erano anche  lombardi e piemontesi in cerca di fortuna nel sud della penisola.
 
In seguito alla conquista del  meridione, i Normanni si fondono con i longobardi. Roberto il Guiscardo, per esempio, aveva  sposato Sichelgaita, una principessa longobarda di Salerno. L’aristocratico Melo, che non era  longobardo ma armeno, con l’aiuto delle truppe normanne, riuscì a riportare alcune vittorie, ma fu  sconfitto definitivamente dai Bizantini nella battaglia di Canne (1018). Fuggito in Germania stava  organizzando una nuova spedizione militare, ma muore ad Abulafia, Tancredi d Hauteville  («Altavilla»), apparteneva alla piccola nobiltà normanna e aveva dodici figli di cui nove si  avventurarono in Italia tra cui Guiscardo, il suo nome è una parola proveniente dal francese antico  Guischart e significa «furbo, astuto».
 
Il papa Leone IX, che vedeva negli uomini venuti dal nord  una minaccia nonostante si fossero da tempo convertiti al cristianesimo, mobilita il suo esercito  che viene però rovinosamente fatto a pezzi dagli spietati cavalieri normanni nella battaglia di  Civitate, Anche il Papa venne fatto prigioniero e liberato solo dopo aver pagato un immenso  riscatto. Il Guiscardo voleva dare stabilità alle sue conquiste e cerca il riconoscimento del Pontefice  e nel sinodo di Melfi, e nel 1059 si dichiarava vassallo del Papa Niccolò II che gli concede i ducati  di Puglia, Calabria e Sicilia, quest’ultimo ancora in mano islamica.
 
L impero bizantino era  impegnato a difendersi nei Balcani e nell’ Asia Minore dalle invasioni degli Ungheresi, dei  Peceneghi e Selgiuchidi, e quindi non avevano ulteriori forze per mettere in campo gli eserciti  necessari per la
difesa dell’Italia meridionale. Così una città dopo l’altra ed una provincia dopo l’  altra andarono perdute in favore dei Normanni, finché quest’ultimi nel 1071, espugnarono Bari,  l’ultima, importante città bizantina, sede dell’ Catepanato d’Italia, per meglio chiarire il suo  significato: il Catapanato d’Italia (o Catepanato) fu una provincia dell’Impero bizantino, comprendente parte dell’Italia continentale al di sotto della linea immaginaria tra il Gargano e il  Golfo di Salerno. Anche Amalfi e Napoli, sebbene a nord della linea, mantennero legami di fedeltà  a Costantinopoli sottomettendosi all’autorità delCatapano .
 
Un anno dopo Ruggero II espugnerà  Palermo, sede dell’ Emirato arabo di Sicilia. La conquista normanna non fu condotta attraverso  battaglie campali, bensì con piccole ma audaci operazioni militari, avviate con la cavalleria armata  alla leggera (servientes), con la fanteria (pedites), con i balestrieri (balistarii), e con una numerosa  schiera di uomini armati che agivano sempre in combinazione e con il supporto della cavalleria  pesante (milites). Il Guiscardo non aveva intenzione di accontentarsi dell’ Italia, il suo obiettivo  finale era il trono imperiale di Costantinopoli e fece fidanzare sua figlia Olimpiade, che nel 1076  si reca a Bisanzio e riceve il nome di Elena, con
Costantino Ducas, figlio ed erede dell’ imperatore  Michele VII Ducas. La corte bizantina spaventata dall’ enorme potere che si stava concentrando  nelle mani del Guiscardo, decise di spodestare Michele VII, che diventa vescovo e metropolita di  Efeso, e il suo posto venne preso da Niceforo III Botaniate che rompe l’ alleanza con i Normanni.  Roberto andò su tutte le furie e con il pretesto di difendere i diritti di sua figlia e di Costantino  decise di attaccare l’ impero bizantino nel 1081, insieme al figlio Boemondo sbarcò a Durazzo, in  Albania. Il nuovo imperatore Alessio I Comneno, appartenente all’aristocrazia militare, cerca di  rafforzare la potenza militare dell’impero e privo di una flotta efficiente decide di allearsi in  funzione anti-normanna con Venezia alla quale concede privilegi politici e commerciali.
 
I  veneziani sul mare si rivelano superiori ai Normanni, ma sulla terraferma vengono sconfitti, e il  Guiscardo arriva a invadere l’intera Grecia così da essere vicino a Costantinopoli. Alessio al fine  di reclutare nuove truppe, affida alla madre Anna Dalassena, il compito di confiscare tutti i tesori  della Chiesa e chiedere aiuto all’ imperatore d’occidente Enrico IV, del Papa e di Guglielmo di  Grant Mesnil. Tentò poi di aizzare nell’Italia
meridionale rivolte contro i Normanni che andarono  a buon fine. Il Guiscardo fu costretto a lasciare il comando al figlio Boemondo per ritornare in  Italia, sedate le rivolte, lo stesso riprese la guerra contro Bisanzio, ma morì il 17 luglio 1085 sull’ isola di Cefalonia. Il figlio Boemondo non fu in grado di mantenere unito l’esercito e fece ritorno  in Italia. Il papato, superata l’iniziale ostilità, riconobbe nei Normanni un grande alleato in grado  di proteggere Roma dagli imperatori germanici come fece nel 1084 Gregorio VII che assediato  dalle truppe dell’ imperatore Enrico IV, chiama in suo soccorso Roberto il Guiscardo, che mise a  ferro e fuoco Roma,
portando il pontefice in salvo a Salerno dove morì, da lì i successori di Basilio  II, con cui l impero raggiunge la sua massima potenza, avevano adottato una politica  antimilitarista, riducendo notevolmente la potenza militare.
 
In Calabria le guarnigioni di soldati  erano poche e non erano in grado di tenere testa ai normanni esperti nell’ arte della guerra.  Guglielmo di Grant Mesnil era genero del Guiscardo, in quanto aveva sposato sua figlia Mabilia  detta «la corta lupa». Roberto per volere della seconda moglie Sichelgaita, aveva estromesso  Boemondo, il primogenito, dalla successione, lasciando il ducato di Puglia e Calabria al figlio di  secondo letto,avuto da lei, Ruggero Borsa; così da ricevere la Sicilia, e parte della Calabria, che  venne affidata a Ruggero il Gran Conte. Mentre Boemondo riceve il principato di Taranto, e si  unirà poi alla prima crociata dando vita ad Oriente al Principato Normanno di Antiochia. Ruggero  I, il fratello del Guiscardo, avvia la cristianizzazione della Sicilia, poichè più della metà della  popolazione era musulmana; con l’insediamento di numerosi ebrei; i cristiani professavano in  stragrande maggioranza il rito greco-ortodosso.
 
Scadenze primarie erano dunque impellenti nell’isola sotto la confessione cattolica, come quella di allontanare la frontiera politica dell’Islam, che  assume il controllo del Mediterraneo centrale. Ruggero nel 1098 riceve dal papa Urbano II, che  aveva bandito la prima crociata, il titolo di legato apostolico con cui poteva eleggere i vescovi,  gestire le entrate della Chiesa e occuparsi dei problemi ecclesiastici in Sicilia; in pratica aveva  alcune prerogative che spettavano al Papa.
 
La Sicilia aveva bisogno di diocesi, e doveva essere  sottratta alla giurisdizione bizantina per passare a quella romana. Ruggero I non compie nessuna  persecuzione di ebrei e musulmani per cristianizzare l’isola, ma favorisce l’arrivo di lombardi che  colonizzano la parte orientale della Sicilia.
 
Questa cristianizzazione si svolse lentamente e  l’estinzione delle comunità islamiche avvenne solo con Federico II.
 
Ruggero II d’Altavilla, alla morte di Ruggero I, avvenuta nel 1101, la contea di Sicilia passa al  primogenito Simone che tuttavia morì nel 1105 ancora bambino, e il suo posto venne preso dal  secondogenito Ruggero, nato a Mileto, sede di Ruggero I, che non aveva ancora raggiunto la  maggiore età, così la reggenza venne presa dalla madre Adelasia. Nel 1112 raggiunge l’età adulta, e nel 1117 sposa Elvira, figlia del Re di Castiglia Alfonso VI. Ruggero II, al pari del padre e dello  zio, era un uomo molto astuto e per allentare il controllo del ducato di Puglia sulla Sicilia offre  aiuto al cugino Guglielmo, impegnato a combattere la rivolta di Giordano d Ariano, che in cambio  gli concede il dominio su tutta la Calabria che diventa un importante testa di ponte per nuove  spedizioni sull’ Italia continentale. Ruggero voleva espandersi anche nell’ Africa settentrionale e  nel 1116 con la flotta messa in piedi dal padre attacca le coste della Tunisia per punire i predoni  saraceni e per rispondere alle richieste d’ aiuto di vari emiri in cerca di protezione.
 
Negli anni  successivi riuscirà a prendere il controllo di Gerba (1135), di Tripoli (1146) spingendosi nel 1153  fino a Bona. Anche in Oriente c’erano prospettive molto interessanti in quanto Adelasia, madre di  Ruggero, si era sposata con Baldovino I re di Gerusalemme e in assenza di eredi il trono sarebbe  passato direttamente a lui ma questo non avvenne perché Adelasia fu rispedita in Sicilia. Secondo  Guglielmo di Tiro, cronista del regno latino di
Gerusalemme, Ruggero non dimenticò l’offesa  subita, e non diede mai nessun aiuto ai regni crociati in Oriente e anzi strinse amicizia con l’ Egitto, Fatimida, con cui stipulò trattati commerciali e intrattenne rapporti molto cordiali con il Cairo. Un  altro Stato che attirava l’attenzione di Ruggero era il principato normanno di Antiochia, questo retto dal cugino Boemondo II, figlio di Boemondo, su cui rivendicava diritti di successione. Egli  cercò l’appoggio anche del Patriarca di Antiochia che fu suo ospite, e intrattiene rapporti con altri  Patriarchi diversi dal Papa. Oltre alla creazione di una monarchia stabile, suo obiettivo era anche,  molto probabilmente, la creazione di un impero latino mediterraneo, costruito sulle rovine delle  lotte tra le culture religiose diverse.
 
Che contribuirono invece allo splendore della stessa isola. Gli  ebrei rimasero in Sicilia fino al XV secolo, fino a quando i Re cattolici di Spagna Isabella e  Ferdinando, ne ordinarono l’espulsione. Dell’antico impero romano e abbracciante la Sicilia, restavano alcuni lembi d’Africa e magari una  fettina della Spagna, in particolare Valencia in mano ai musulmani. Nel 1127 Guglielmo, duca di  Puglia, era morto senza lasciare eredi, e ancora
una volta Ruggero poteva vantare diritti di  successione e decise di invadere fulmineamente la Puglia cogliendo tutti gli altri pretendenti di  sorpresa. Persino il principe normanno di Capua,che non aveva niente a che fare con gli Altavilla,  riconobbe la sovranità di Ruggero che però dovette affrontare le rivolte dei baroni che si  concludono in occasione della grande dieta di Melfi del 1129, in cui viene proclamata la pace  generale.
 
Nel Natale del 1130 Ruggero per volontà dell’antipapa Anacleto II, viene incoronato Re  di Sicilia e Italia lo stesso, fece di Palermo, città cosmopolita, la capitale del suo regno, e inaugurò  una nuova epoca di splendore per il regno normanno. Nel mosaico della Martorana, sito a Palermo,  a incoronare Ruggero, vestito di porpora come un Basileus bizantino, non è il papa ma Cristo  stesso.


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