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Sebastiano Rosella Musico
Il risarcimento sarà stabilito con un nuovo processo in sede civile. Inizialmente si era ipotizzato che il pizzaiolo fosse morto per un infarto. Le indagini dei carabinieri e l’autopsia eseguita sul corpo dell’uomo accertarono che invece venne avvelenato con la somministrazione di cianuro e di un anticoagulante, il Coumadin. Le indagini condotte dai carabinieri erano state riaperte dopo le dichiarazioni dell’ex amante e compagno della donna, che aveva riferito che sarebbe stata lei stessa a confessargli di aver avvelenato il marito.
“Trent’anni anni di carcere richiesti dal pm alla moglie accusata di avere avvelenato il marito sono troppo pochi”. È quanto ritengono i parenti della vittima del pizzaiolo, Sebastiano Rosella Musico, costituiti in giudizio assistiti dagli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi.
“Prima di tutto – spiegano gli avvocati – il tentato omicidio: l’imputata prima di riuscire nel suo intento, sostengono gli avvocati, avrebbe provato ad ammazzare il marito somministrandogli un anticoagulante per un lungo periodo. Poi la donna avrebbe anche simulato il reato di stalking, accusando l’ex amante di averla perseguitata, così come lo aveva accusato di aver portato il cibo al marito nella fase in cui gli sarebbe stato somministrato l’anticoagulante. Infine a Graziano non verrebbe contestato un altro reato, quello di truffa aggravata, perché dopo l’omicidio del marito avrebbe intascato 23.316,77 euro, un premio assicurativo legato ad una polizza sulla vita stipulata da Rosella Musico”.
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