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Vi si sostiene infatti, e se ne parla nei Vangeli apocrifi, che Egli sia morto di malattia all’età di 111 anni tra le braccia di Gesù e Maria.
Si tratta ribadisco di leggenda, in quanto Giuseppe alla nascita di Gesù ci viene in realtà descritto come un uomo di non oltre 30 anni; e quindi non ne avrebbe potuto avere 111 essendo Cristo morto a 33 anni.
Ma di ciò poco ci interessa; se non il fatto che il momento di quel trapasso così descritto, ha dato l’opportunità di eleggere il santo Patriarca anche come “Patrono della Buona Morte”.
Quale miglior morte si può infatti augurare un buon cristiano se non quello di essere assistito dai propri cari così come con Giuseppe fecero Gesù e la Madonna? – Riguardo a ciò e parlando proprio di San Giuseppe, Papa Benedetto XV° nella sua “Bonum Sane” del 1920 ebbe a scrivere queste parole: “….Egli è meritatamente ritenuto come il più efficace protettore dei moribondi, essendo spirato con l’assistenza di Gesù e di Maria, sarà cura dei sacri Pastori di inculcare e favorire con tutto il prestigio della loro autorità quei pii sodalizi che sono stati istituiti per supplicare Giuseppe a favore dei moribondi…”.
Questa iconografia ha ovviamente ispirato anche numerosi pittori che ne hanno raffigurato lo spirito in tanti quadri che portano come titolo proprio “Transito di San Giuseppe”.
Uno di questi, molto bello, si trova anche a Termini Imerese nella parrocchia della Consolazione; ed è probabilmente lo stesso dipinto che in origine fu oggetto di venerazione da parte della omonima confraternita che in quella chiesa si era costituita nel 1633.
Il quadro, oggetto di più restauri e forse pure di qualche manomissione scenografica, è di grandi dimensioni; misura infatti mt. 3 x 2,40 ed occupa la terza cappella di destra della chiesa.
Da quel che ci viene tramandato, ed almeno fin nei primi anni del novecento, era pure uso che chiunque avesse in casa un moribondo si recasse in preghiera davanti a questa sacra immagine per affidare a San Giuseppe la buona morte dei propri cari.
Ed a tal proposito una antica invocazione siciliana così recitava: “A la bona morti l’aviti a priparari e lu Signuri l’avi accumpagnari” .
A cura di Nando Cimino
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