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Nei giorni scorsi, ho appreso dalla stampa di una polemica che si è innescata a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, sulla intitolazione di una piazza ai Martiri delle foibe.
L’iniziativa, intrapresa dall’amministrazione comunale, è stata contestata dall’Anpi.
Bene, non voglio entrare nel merito del confronto locale e su ciò che sottolinea l’associazione dei Partigiani circa gli “errori” commessi dalle amministrazioni sulle attribuzioni di spazi pubblici, però dico che questa attribuzione merita rispetto da parte di tutti.
L’intitolazione è legata alla legge 30 marzo 2004 n. 92, votata a stragrande maggioranza dal parlamento italiano, con l’obiettivo di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Ecco perché quella intitolazione va rispettata da tutti.
La nota dell’Anpi continua, sottolineando il massimo rispetto per le vittime delle stragi, ma chiede attenzione e senso critico per i riconoscimenti a soggetti che poco hanno a che fare con i “martiri”, viste le scelte effettuate dopo l’8 settembre 1943.
Il riferimento è al mussomelese Giovanni Bellanca, guardia di pubblica sicurezza che, dopo l’armistizio, aderì alla Repubblica Sociale Italiana e che, nel maggio del 1945, seconda ondata di violenza, da parte degli uomini di Tito, fu ucciso.
Bellanca, lo scorso 10 febbraio (giornata del Ricordo), è stato insignito dal Presidente della Repubblica, della medaglia commemorativa, in riconoscimento del sacrificio offerto alla Patria.
La scelta di Giovanni Bellanca va contestualizzata storicamente e oggi di certo non condivisibile, ma lui comunque è vittima e martire di una guerra atroce e di azioni violente commesse dagli jugoslavi di Tito a guerra finita.
La violenza va condannata sempre come le atrocità della guerra.
Nei prossimi giorni da studioso, scrittore e delegato per la Sicilia della Società di Studi Fiumani, mi recherò a Mussomeli per incontrare l’amministrazione comunale.
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