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Il trapianto era stato effettuato venerdì 7 gennaio 2022 e l’operazione sembrava riuscita. Bennett decise di sottoporsi all’operazione chirurgica, ancora sperimentale, perché non aveva alternativa né poteva aspettare il cuore di un donatore umano. Sapeva di essere in un vicolo cieco: “Morire o fare il trapianto. E voglio vivere. So che è un passo nel buio ma è la mia scelta definitiva“, disse prima dell’intervento. Il nuovo cuore funzionò e l’organismo non diede segni di rigetto immediato o di eventuali infezioni.
L’operazione avvenuta nel Maryland ha avuto un vago precedente perché nel 2021 alcuni chirurghi a New York trapiantarono un rene di un maiale geneticamente modificato su una persona cerebralmente morta. Sono anni che gli scienziati lavorano a tecnologie di editing genetico e agli xenotrapianti, ossia i trapianti di organi e cellule da una specie diversa dall’uomo. Negli anni ’60 furono trapiantati in alcuni pazienti i reni di scimpanzé, ma il paziente più fortunato visse 9 mesi. Nel 1983, venne trapiantato un cuore di babbuino in un bimbo, ribattezzato Baby Fae, che però visse venti giorni appena.
I suini offrono il vantaggio di esser facili da allevare e raggiungono le dimensioni adatte a essere trapianti in un corpo umano in appena sei mesi. Considerato che il fenomeno del rigetto è frequente anche con il trapianto da esseri umani, l’obiettivo di utilizzare animali è creare organi in numero sufficiente per rispondere alle esigenze delle migliaia di pazienti che ne hanno bisogno. Anche se questo solleva innumerevoli dubbi di carattere etico e morale.
Fonte: RaiNews
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