Il tribunale di Termini Imerese, in persona del presidente Vittorio Alcamo, ha condannato cinque medici dell’ospedale “Salvatore Cimino” di Termini Imerese alla pena di due anni di reclusione ciascuno, condizionalmente sospesa, per il reato di omicidio colposo.
Unico assolto il cardiologo Domenico Di Vincenzo, difeso dagli avvocati Francesco Paolo Sanfilippo e Giovanni Di Benedetto.
I fatti risalgono al mese di marzo 2016, quando la giovane paziente Myriam Battaglia si presentò al pronto soccorso di Termini Imerese in preda a lancinanti dolori addominali.
Da lì la paziente venne sottoposta a tutta una serie di visite ed accertamenti per effettuare la diagnosi.
I sanitari, alla fine, optarono per effettuare un intervento chirurgico che però non fu risolutivo.
Infatti, le condizioni della paziente purtroppo peggiorarono sensibilmente e la stessa morì il giorno dopo.
I familiari sporsero denunzia ritenendo che vi fossero stati errori da parte dei medici dell’ospedale di Termini Imerese. La procura della Repubblica ha avviato le indagini e venne disposta l’autopsia che stabilì che la giovane era stata vittima di embolia polmonare non diagnosticata dai medici di Termini Imerese.
Così, la Procura, avvalendosi di una propria consulenza di parte, ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio dei cinque sanitari, ritenendo che a seguito di un’errata interpretazione dell’esame dell’’elettrocardiogramma effettuato dal Di Vincenzo tutti gli altri medici intervenuti sarebbero stati tratti in in errore.
Nel corso del dibattimento sia il PM che tutti gli imputati si sono avvalsi dei propri consulenti medici legali.
I difensori del Dr Di Vicenzo hanno sempre sostenuto che il loro assistito si fosse limitato a refertare, peraltro in maniera assolutamente corretta, un elettrocardiogramma senza aver mai visto la paziente, e quindi, non aveva avuto la possibilità di effettuare la diagnosi di embolia.
Al termine dell’istruttoria il Pm ha chiesto la condanna di tutti gli imputati ed analoga richiesta è stata avanzata dall’avvocato Colli difensore della parte civile.
Il tribunale ha condannato i cinque medici ed ha assolto il dottor Di Vincenzo per non aver commesso il fatto.
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