L’annuncio arriva da Genova dal premier Mario Draghi che spiega le novità sul nuovo decreto per affrontare la questione “caro bollette“. “Il governo sta preparando un intervento di ampia portata nei prossimi giorni – afferma Draghi –. Il nuovo provvedimento dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana e se resta escluso un nuovo scostamento di bilancio, si lavora a reperire ulteriori risorse tra le pieghe del bilancio. Fin qui sarebbero state recuperati circa 5 miliardi, ma l’obiettivo sarebbe andare oltre, “tra 5 e 7 miliardi”.
Emergenza caro bollette – La somma tra i 5 e i 7 miliardi è stata confermata dalla sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, anche se – spiega chi è vicino al dossier – la situazione è ancora “in progress”.
tecnici, infatti, sono sì al lavoro per un intervento che faccia fronte all’emergenza, con un’attenzione particolare alle imprese, ma anche per una strategia “di sistema” che porti nel lungo periodo a non subire queste variazioni, anche speculative, viene fatto notare, del costo dell’energia. “E’ bastato che trenta navi statunitensi cariche di gas naturale liquefatto facessero rotta nel Mediterraneo invece che verso Oriente per far scendere i prezzi di molto”, viene fatto notare.
Le reazioni politiche – Il lavoro, comunque, va avanti su tutti i fronti, a partire da prezzo, stoccaggio e produzione del gas. In ogni caso le forze politiche restano in pressing e plaudono alla decisione del premier. Esulta Matteo Salvini: “Dopo due mesi di proposte, richieste e insistenze della Lega, finalmente ci siamo. C’è chi parla e c’è chi fa. Avanti così”, scrive sui social, mentre i ministri del Carroccio Giorgetti e Garavaglia fanno il punto – insieme al sottosegretario Roberto Garofoli – con i rappresentanti del settore automotive e i gestori delle piscine.
Deciso anche Enrico Letta. “Il tempismo è tutto. Lo si è capito da tante lezioni imparate nelle passate crisi quando gli interventi furono tardivi. Intervenire ora, subito, è fondamentale per evitare che si blocchi la ripresa, chiudano aziende e si indebitino le famiglie”, cinguetta il segretario Pd.
“Fratelli d’Italia valuterà nel merito e con molta attenzione le misure che adotterà l’esecutivo, è pronta a dare il suo contributo e a fare le sue proposte in Parlamento, ma non intendiamo fare sconti – mette in guardia invece Giorgia Meloni -. Perché sarebbe un errore irreparabile continuare a vivere alla giornata e affrontare l’emergenza energetica con interventi spot e insufficienti, come è stato fatto finora”.
Le altre misure per ripartire – In attesa delle misure contro il caro bollette, il governo prova ad avanzare su giustizia e balneari. Entro venerdì Draghi dovrebbe riunire la cabina di regia per serrare i ranghi prima del passaggio in Consiglio dei ministri degli emendamenti Cartabia di riforma del Csm, attesi alla Camera già il prossimo 16 febbraio.
Genova esempio di rinascita – Draghi, insomma, vuole ripartire e sceglie di farlo da Genova, in particolare, e dal territorio, in generale, per cogliere un’occasione di rilancio che, solo se condivisa nelle responsabilità e nell’impegno, potrà essere di tutti, al traguardo. Il premier sceglie come modello per il Paese la città che ha dimostrato di saper “rinascere” già prima della pandemia, reagendo alla “tragedia” del crollo del ponte Morandi. “La storia recente di Genova – e il coraggio dei genovesi – ci mostrano come ripartire dopo una tragedia”, scandisce, individuando nella “collaborazione, rapidità e concretezza” messe in campo l’esempio da seguire. Sono questi gli elementi che l’ex numero uno della Bce ritiene necessari per affrontare gli anni “cruciali” che l’Italia ha di fronte.
E se è vero che la tappa ligure del presidente del Consiglio era in programma da tempo, è vero anche che adesso acquista un nuovo significato simbolico. Gli scenari internazionali e, più segnatamente, la difficile situazione dei partiti richiedono una svolta. All’orizzonte ci sono le risorse in arrivo grazie al Next generation Eu e gli obiettivi scanditi dal Pnrr. Dopo aver centrato quelli previsti per il 2021 Draghi assicura che sarà così anche nel 2022. “E’ una questione di serietà, verso i cittadini, e i nostri partner europei. Ed è una questione di affidabilità, perché la crescita sostenuta, equa, sostenibile è il miglior custode della stabilità”, mette in chiaro.
Il traguardo resta un Paese che sia non solo affidabile, ma anche “fiducioso nelle proprie straordinarie capacità”, che non dimentichi i giovani, le donne e i più deboli e che sia pronta al futuro. “Questa è l’Italia per cui lavoro, per cui tutti noi dobbiamo batterci – sottolinea, – perché la storia d’Italia passa da tutti noi”.
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