Dopo la frana disagi e paura a Polizzi Generosa: supermercato trasferito, la comunità è sconvolta FOTO E VIDEO

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Polizzi Generosa. Sono stati giorni davvero difficili e drammatici per via della frana di via Collesano che ha stravolto le vite di tante famiglie che hanno dovuto evacuare la zona, così come alcune attività.

Il noto supermercato Sausa,ad esempio,molto  noto in zona,che da anni ha servito con efficienza esaustiva i suoi clienti, è stato costretto a trovare una sede temporanea. Sono molti i disagi. Il comune, in maniera instancabile, ha cercato con efficienza più strade per venire incontro al problema, chiesto gli aiuti di competenza, in particolare quello Regionale. In tanti si sono spesi e molti i messaggi di solidarietà inviati a Polizzi.

Sono stati effettuati diversi sopralluoghi e la zona è costantemente vigilata dai Carabinieri,dai Vigili urbani, dalla Protezione civile, da gruppi di volontari, associazioni,  controllata in più ore del giorno visto che quest’area adesso, si trova disabitata.

Dalla postazione della Commenda ci si può davvero rendere conto della gravità in cui verte la situazione.

Inizialmente, era consentito ai residenti a monte della strada, di poter rientrare nelle proprie abitazioni durante le ore diurne, ma da ieri, c’è stata una revoca: anche questo sarà da adesso vietato.

Ciò ha gettato maggiormente nello sconforto molti che si trovano in situazioni difficili, in un contesto devastante.

La gente è stravolta e diventa sempre più di poche parole, preoccupata. La s’incontra con il viso sfuggente, con gli occhi velati e persi nel vuoto dei propri pensieri.

Immagini toccanti infatti, vedere chi con le lacrime è costretto a portare via le proprie cose facendo più viaggi.  Alcuni vicini, anche i più anziani,seppur stravolti dall’accaduto,si sono messi subito a disposizione. Chiunque ha dato una mano con grande senso di solidarietà ed umanità. 

Crollo Polizzi

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Molto toccante questa grande forza, questo tendersi una mano. Il confortarsi.

Desolante che una zona vissuta, trascorsa, che ha la sua storia, è stata chiusa ed è nel silenzio più fitto di quella nebbia che caratterizza il paese di Polizzi. Si spera che le misure contenitive possano evitare il peggio.《 È importante scongiurare pericoli imminenti -afferma il sindaco Gandolfo Librizzi – e garantire sicurezza al cittadino ed alla vita di tante persona.Si sono presi determinati provvedimenti proprio per evitare anche un presumibile residuo di possibilità di pericolo e si è lavorato su elementi tecnici per determinare alcune decisioni drastiche. Non si conosce la data in cui i residenti della zona a monte potranno fare rientro presso le proprie abitazioni proprio perché il pericolo è in evoluzione e tutto dipende dalla frana che è ancora attiva e molto ampia che sta diramando in due direzioni, quindi senza ben aver attenzionato in maniera adeguata e con la strumentazione giusta il caso,non si può avere un quadro completo e coscienzioso》-conclude Librizzi-.

Nella preghiera, nella perseveranza e nella fiducia verso il santo patrono,San Gandolfo ed ovviamente, verso le autorità di competenza, è riposta la speranza di fiducia dei polizzani, che perseverano nella possibilità miracolosa di poter tornare alla normalità. Molti sono stati sistemati presso parenti, altri in appartamenti messi a disposizione da privati ​​,in strutture ricettive,ed anche la Parrocchia ha dato il suo contributo.

È stata aperta una raccolta fondi per aiutare tutti coloro che sono stati trovati in forte difficoltà, così,all’improvviso. Nessuno era preparato a tutto questo. È stato infatti dichiarato stato di emergenza. Si aspetta che che venga accettato. 

La zona è stata costantemente stata soggetta a diversi studi stratigrafici per l’entità del collasso franoso,valutata la componente idrica, fatte diverse perizie, valutazioni, prove sismiche,vari controlli.

È un grande disastro, una quotidianità  turbata e mutata nel suo assetto d’equilibrio.  Tutto ciò è come se coinvolgesse tutti da vicino, e non riguarda semplicemente il paese di Polizzi o le famiglie in particolare coinvolte,poiché  trattasi di un fatto che comunque accomuna, poiché queste, sono tristi realtà dei paesi madoniti. Si è costernati ad assistere a ciò impotenti.

Non si resta indifferenti da tale dramma. Non si può e non si è infatti lontani da chi ha perso il bene  prezioso della propria abitazione ed  accantonate per un attimo le cause,da ciò che si poteva, si o che si potrà fare, vede sconvolto il proprio vivere, stravolta bruscamente la serenità che era già una conquista negli ultimi tempi. E si spera che tutto vada ancora una volta per il meglio.

Le testimonianze

«Ogni cedimento della frana è come un pezzo di cuore che crolla, che si lacera e trema». Sono le parole angoscianti spezzate da singhiozzi pronunciate  con occhi lucidi e commossi da un signore del luogo.

ll silenzio desta maggiori preoccupazioni, il buio,maggiore e scoramento ma ancora,fino alla fine, noi cerchiamo di sperare. Non ci abbattiamo anche se i momenti difficili sono tanti e perdersi d’animo viene distinto.

«Ma cosa possiamo fare se non aspettare…aspettare e vedere che cosa può ancora succedere… senza però poter fare nulla. Cosa possiamo fare se non aspettare un miracolo? Sono questi i momenti di panico e di disperazione: il porsi tante domande. E per questo è meglio non pensarci. Perché ciò che avvilisce è chiedersi continuamente cosa ne sarà di noi e dei nostri beni, del nostro patrimonio, dei nostri ricordi che davvero sono sacri dove c’è anche riunito il sacrificio nostro e di chi ci ha preceduto. Il valore affettivo non ce lo può restituire nessuno. Ciò che si prova non si può descrivere. Anni e anni di lavoro andati persi ed un passato che attraversa la mente e ti attanaglia il cuore, perché tutto improvvisamente viene strappato via».

«Un incubo. Siamo persone che abbiamo vissuto del nostro stesso lavoro,nessuno ci ha dato mai niente. È sudore della nostra fronte. Non riesco a dire dire come mi sento. Emotivamente mi sento svuotato così con una queste case. Tutti lo siamo».

«Forse per molti di noi, per quelli più anziani soprattutto mi riferisco, era rimasto solo questo ed  è andato pure tolto. Quindi stiamo pregando e tanto,San Gandolfo, il nostro patrono affinché ci protegga anche questa volta perché tutti ne conosciamo i miracoli leggendari e questo è un caso grave che è successo a Polizzi dove occorre il suo intervento. Quindi ci auguriamo di poter essere ascoltati al più presto e che  ci vemgano risparmiate altre sofferenze».

Sono queste le parole della gente del luogo turbate dalla triste vicenda che in questi giorni ha attraversato un paese intero ma che nella preghiera ha trovato conforto e forza per affrontare tutto ciò senza abbattimento e superando l’angoscia, considerando soprattutto che ci si trova in un periodo particolarmente gelido di questa stagione invernale ma che sembra nulla se paragonato al gelo del dispiacere che sta provando Polizzi. 
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