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Domani (
17 gennaio) la maggior parte degli
studenti siciliani tornerà tra i
banchi di scuola. A poche ore dalla riapertura delle scuole
regna il caos e la confusione, dettata dalle diverse ordinanze dei sindaci, da ricorsi dei genitori e, soprattutto, dal fatto che ben
149 comuni siciliani sono entrati in zona arancione (clicca
qui per vedere quali).
«Dopo il comprensibile differimento dell’avvio post-natalizio delle lezioni in presenza – afferma l’assessore Roberto Lagalla – dovuto all’esigenza, rappresentata dai dirigenti scolastici, di ottimizzare gli aspetti organizzativi, alla luce delle nuove disposizioni nazionali, il governo della Regione ha ritenuto di dare doverosa e necessaria attuazione alla ripresa delle attività didattiche, con l’obiettivo di privilegiare le lezioni in presenza e di riservare alla Dad una funzione complementare, da adottare in definite situazioni di effettiva e documentata necessità. La finalità è quella di ridurre le diseguaglianze e migliorare gli standard formativi per evitare marginalizzazione sociale e ritardi di apprendimento».
«Se da qualche parte si parla di confusione, probabilmente inevitabile nell’attuale momento storico, questa non è certamente ascrivibile all’istituzione regionale, quanto a difformi comportamenti sul territorio – ha aggiunto l’assessore Lagalla -.I sindaci hanno ben ragione a intervenire conformemente alla legge in caso di documentato e straordinario pericolo, e ciò è ampiamente garantito dalle disposizioni nazionali e regionali. Ma evidentemente non ricorre, al momento, un così evidente pericolo. Assistiamo infatti, in questi giorni, a segnalazioni dei Prefetti e provvedimenti della magistratura amministrativa che, in alcuni casi, hanno sollevato evidenti dubbi sulla legittimità dei provvedimenti adottati in sede locale, forse talvolta viziati da eccesso di zelo e malcelata ansia di protagonismo».
Intanto, dall’assemblea Anci dei sindaci siciliani di ieri pomeriggio, organizzata per valutare l’evoluzione della pandemia sui territori, è scaturita «la necessità di chiarezza sul rapporto esistente fra la normativa nazionale e quella regionale, con riferimento alle conseguenze derivanti dalla istituzione di zone gialle, arancioni e rosse e alle condizioni giuridiche per emanare le eventuali ordinanze sindacali» nonchè la «la necessità di avere a disposizione, Comune per Comune, dati certi e aggiornati sul numero dei contagiati e dei vaccinati e sulla eventuale incidenza dei ricoveri sulle strutture sanitarie per evitare il ripetersi dello stato di incertezza e di preoccupazione dei giorni scorsi».
Intanto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presidente dell‘Anci Sicilia, esprime preoccupazione: «Non posso che prendere atto della decisione del Tar ricordando che la sospensiva non esonera le autorità sanitarie, regionali e nazionali dal porre in essere ogni accorgimento per la tutela del diritto alla salute, così come richiesto dall’Anci Sicilia, esprimendo la preoccupazione dei sindaci per l’aggravarsi della pandemia, così come certificato proprio in queste ore, ad oggi, dalla dichiarazione di zona arancione di ben 148 comuni siciliani».
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