Il provvedimento è frutto di un’articolata attività investigativa che ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario nei confronti, tra gli altri, degli indagati destinatari del provvedimento di
fermo: sulla base di quanto acquisito nel corso delle investigazioni – allo stato in fase di indagini preliminari e fatte salve le successive valutazioni di merito – è emerso che gli indagati, tra cui
un’ infermiera vaccinatrice operante presso l’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo di Palermo, avrebbero concluso un accordo corruttivo in base al quale l’ infermiera, verso un corrispettivo in denaro, avrebbe simulato l’ effettuazione della vaccinazione COVID 19 nei confronti degli altri due destinatari del provvedimento di fermo, oltre che di due congiunti di uno di questi.
L’ effettuazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di riprese video presso il centro di vaccinazione, ha permesso inoltre di accertare che la medesima infermiera avrebbe effettuato
ulteriori otto false vaccinazioni nei confronti di altri soggetti, tra cui un’altra infermiera vaccinatrice che operava presso la Fiera del Mediterraneo ed un appartenente alla Polizia di Stato in servizio
presso la Questura di Palermo.
Si è pertanto proceduto, in via d’urgenza, al sequestro preventivo dei dati informatici inseriti presso la “Piattaforma nazionale digitai green certificate” del Ministero della Salute – con conseguente
sospensione e blocco della loro operatività – inerenti i Green Pass di tutti i soggetti beneficiari di false vaccinazioni.
Il “modus operandi” dall’infermiera destinataria del provvedimento di fermo appariva, secondo quanto risulta dalle immagini registrate, sempre il medesimo: costei, infatti, dopo aver svuotato il
siero vaccinale contenuto nella siringa, già precedentemente preparata, in una garza in cotone, inseriva l’ago nel braccio del destinatario del “finto vaccino”, senza iniettare alcunché e senza
muovere lo stantuffo della siringa. Alcuni di questi episodi di finta inoculazione del siero vaccinale, che appaiono comunque evidenti dalla mera visione dei video registrati nel corso delle indagini,
sono stati ulteriormente riscontrati da alcune intercettazioni telefoniche che hanno permesso di documentare la sussistenza di precedenti contatti tra il soggetto che doveva effettuare la
vaccinazione e la suddetta infermiera.
Le indagini svolte hanno permesso di escludere, allo stato, il coinvolgimento nelle condotte per cui si procede dei medici operanti ali ‘interno del centro vaccinale e dei funzionari responsabili dello
stesso.
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