In Olanda
In Olanda, quando Natale è alle porte, un personaggio, scortato da paggi in costume e pennacchi, attraversa le strade della città in sella ad un cavallo bianco. È San Nicola con la lunga barba bianca che viene a portare doni ai bambini buoni.
In Spagna
Durante le feste natalizie ogni spagnolo mangia in media mezzo chilo di torrone. In Spagna la festa più importante del ciclo di Natale è l’Epifania. Per questo i bambini indirizzano le loro letterine a Los Reyes,i Re Magi.
In Abruzzo
La notte del 23 dicembre a Lanciano (Abruzzo), è usanza suonare” la squilla”per ricordare il viaggio della Madonna verso la grotta di Betlemme. Quando la campanella cessa di squillare, tutte le campane delle chiese si mettono a suonare a festa. Allora, nelle case, ci si scambiano gli auguri di buon Natale.
Nel Tibet, il paese delle nevi
In Tibet regna il buddismo e il Natale è una festa quasi sconosciuta. Si festeggia invece il Capodanno. Per l’occasione i tibetani indossano gli abiti più colorati. Le donne attingono acqua alla sorgente della fortuna e preparano una focaccia dorata, ornata di spighe di frumento e segale quale augurio di buon raccolto.
In Messico
Nei villaggi messicani i preparativi per il presepe cominciano il 16 dicembre. I bambini accompagnano in processione Maria, Giuseppe e l’asinello, portando ciascuno una candela accesa. Nelle case si dà inizio al presepe e la statuina del Bambin Gesù( El nìño) viene adagiata su un tetto di fiori scarlatti.
In Provenza
Le statuine del presepe provenzale si chiamano santos. Sono di argilla cotta, dipinta, fatta a mano e vestite con i tipici tessuti di Provenza a fiori vivaci. Rappresentano personaggi della vita quotidiana dell’ 800. Cioè il pastore, Il tamburino, il pifferaio e la vecchietta con le ciambelle.
In Scandinavia
La figura di Babbo Natale è originaria del paese delle renne. Pare infatti che derivi da Odino, dio vichingo che distribuiva doni agli uomini valorosi. Altri invece sostengono che derivi dagli gnomi che, secondo una leggenda norvegese, escono dalle foreste nei giorni del solstizio invernale per distribuire regali.
In Svizzera
A Berna, Basilea e Zurigo il tram delle fiabe è ormai una tradizione. Babbo Natale lascia la slitta e le renne e diventa un giocondo tranviere. Accompagnato da una bionda fatina guida un magico tram, portando a zonzo i bambini.
In Ecuador
A nord di Quito, la capitale, si trova Calderon, paese che tutto l’Ecuador conosce per la sua produzione di figurine natalizie in pasta di pane. Confezionate con acqua e farina, le statuine sono decorate con confetti colorati e piccoli semi.
In Egitto?…o a Roma
L’albero di Natale, sostengono alcuni, affonda le radici in Egitto, dove era consuetudine celebrare le feste di fine anno sotto una grande palma. L’usanza dell’albero, già nota ai Celti germani, si diffuse a Roma per le feste dei saturnali, durante le quali si addobbavano le piante con lumi e festoni.
In Svezia
Prima ancora del Natale, i bambini svedesi festeggiano Santa Lucia con biscotti allo zenzero e brioches allo zafferano. Il pranzo natalizio è rallegrato dalle vivande tipiche: baccalà e prosciutto cotto al forno. A proposito, anche il dessert di Natale può anche essere servito in maniera speciale: un sorbetto all’arancia agiato nella buccia del frutto.
In Centroamerica
La pianticella della Stella di Natale, un’euforbia delle brattee rosse molto vistose, è originaria del Centroamerica. In Messico orna le chiese e le case degli sposi ed è la decorazione delle camere dei neonati, dove fa bella mostra di sé per ricordare che è il simbolo del Natale.
Dall’india all’Irlanda
La comunità di religione cristiana che vive in India, festeggia il Natale illuminando il perimetro di esterno delle case con una fila di lumini a olio. Anche le famiglie irlandesi conservano l’usanza di mettere sul davanzale di casa una grossa candela accesa dal bambino più piccolo la sera della vigilia, in segno di ospitalità e gioia.
In Groenlandia
Per gli Inuit groenlandesi le feste natalizie cadono nel grande buio dell’inverno boreale. Ma l’oscurità ed il freddo non ostacolano i festeggiamenti. Si va di casa in casa a bere caffè e mangiare pasticcini. I bambini ricevono slitta in miniatura e piccoli regali.
In Russia
Papà è mamma regalano ai loro figli i dolcetti natalizi a forma di maialini ed orsetti di pane speziato. La sera della vigilia i bambini osservano il cielo nell’attesa di vedere apparire la prima stella. A quel punto la cena natalizia di ben 12 portate può iniziare.
Nelle piccole Antille
La torta di Miss Jeffers è il tipico dolce natalizio di Nevis, isola delle Piccole Antille. Uva passa, prugna, uva sultanina, ciliegie, cannella, noce moscata e chiodi di garofano macinati, essenza di vaniglia, mandorle e noci tritate, uova e farina, zucchero di canna, burro, succo e scorza di limone, sono gli ingredienti di questo dolce favoloso.
In Baviera
La notte di Natale, a mezzanotte, si fanno le previsioni del tempo. Si taglia una cipolla in 12 parti, una per mese, e si cosparge ogni fetta di sale. Dopo pochi minuti si guarda: se la fetta ha conservato il sale intatto, il mese sarà bello; se invece si è liquefatto, farà brutto.
In Ungheria
La sera del 24 dicembre si realizza un albero che viene addobbato con tipiche caramelle rivestite di carta colorata (szaloncukor), noci dorate, candele, fiocchi ecc., naturalmente senza farsi vedere dai bambini, per non guastare loro la sorpresa. Quando è pronto, con tutti i regali sotto, il suono di un piccolo campanello dà il segnale che è arrivato Gesù Bambino e che quindi inizia la festa. Si cantano canzoni natalizie, si aprono i regali, si consuma la cena. In molte famiglie è usanza mangiare il pesce, mentre ovunque si concludono consumando i tipici dolci natalizi ungheresi, il più rinomato dei quali è il «bejgli» alle noci o ai semi di papavero. Allo scoccar della mezzanotte, si canta l’inno ungherese e si va tutti insieme in chiesa per la messa di Natale.
In Gran Bretagna
Nel Regno Unito il 25 dicembre è la festa dei bambini . Questi cominciano ad attenderlo a partire da novembre, quando stilano la celebre lettera in cui elencano i regali che vorrebbero trovare sotto l’albero. A depositare i pacchettini sotto l’albero sarà “Father Christmas”, l’equivalente britannico di Babbo Natale, accompagnato dalla renna Rudolph. Per rendergli grazie della sua generosità i bambini inglesi sono soliti lasciargli un po’ di latte e un mince pie, un tipico dolce inglese.
In Giappone
Natale è visto come un periodo di felicità diffusa piuttosto che una celebrazione religiosa. Il 24 dicembre si celebra la festa per gli innamorati e per le famiglie con bambini piccoli: le coppie vanno a cena fuori, famosa per mangiare pollo fritto e la famosa Christmas Cake, ossia una semplice torta di pan di spagna con panna montata e decorata con fragole e immagini di Babbo Natale.
Anche in Giappone è tradizione lo scambio dei regali ma avviene solo tra innamorati.
In Canada
A Labrador City ad esempio, si svolge la gara della casa meglio decorata con l’utilizzo di luci e la presenza di statue di ghiaccio in giardino. In Nuova Scozia, le tradizioni natalizie includono il consumo di aragosta e frutti di mare al posto del classico tacchino. Questa zona è conosciuta in gran parte del mondo per la presenza dell’albero di Natale che ogni anno dal 1917 viene donato alla città di Boston in segno di riconoscimento per l’aiuto offerto dopo l’esplosione che avvenne ad Halifax.
In Germania
Nelle piazze e nelle strade di ogni città del paese iniziano ad essere allestiti i primi mercatini di Natale. Quasi tutti i prodotti esposti sono frutto dell’artigianato locale. Si possono trovare candele, marionette, giocattoli, palline decorate per l’albero di Natale e anche prodotti gastronomici. La leggenda vuole che, durante la notte del 5 Dicembre, i bambini si preparano all’arrivo di St. Nikolaus lasciando le proprie scarpe sul davanzale o fuori dal portone di casa. Durante la notte, San Nicola si aggira per le case, tenendo in mano un grande libro sul quale ha annotato il comportamento di ogni bimbo e portando a spalla un sacco pieno di caramelle e ramoscelli di legno. I bimbi mentre si trovano nelle loro scarpe dei dolci, quelli birichini solo dei ramoscelli. Questa tradizione viene ancora rispettata anche se, le carpetta sono state sostituite dalle calze.
In Africa centrale
Il Natale coincide spesso con la fine della raccolta del cacao ed i lavoratori delle piantagioni hanno la possibilità di tornare dalle famiglie per festeggiare. In Nigeria, nei giorni che precedono la natività, le ragazze visitano le case della zona ballando e cantando accompagnandosi con i tamburi; danze e canti in base all’appartenenza etnica.
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