Castellana Sicula: Giuseppe Di Gangi, la passione per la cinematografia, ora punta al premio di Donatello FOTO

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La passione per la cinematografia, la sensibilità, la ricerca del vivere che ha come esito la felicità, portano Giuseppe di Gangi a concorrere per il prestigioso Premio David di Donatello con il suo cortometraggio “Il Clown “.

《Ho fatto l’iscrizione a Roma ed è arrivata una e-mail la quale mi comunicava che il mio cortometraggio era  stato accettato ed era in corso.È un festival di grande importanza- racconta Giuseppe, molto soddisfatto- già leggere il nome, vedere la locandina del cortometraggio al quale ho lavorato,è già molto. Vuol dire che il messaggio che ho voluto dare è andato a buon fine, è arrivato al cuore di tanti, specialmente in quelli dei professionisti del settore i quali lo hanno selezionato, e ci hanno visto qualcosa di valido.  Quello che io ho cercato d’ incidere in quei pochi minuti è stato ben compreso, apprezzato. È gratificante così. Già un successo.Ho lavorato molto sul personaggio ” Polpetta “, il clown di corsia. L’ho studiato a fondo calandomi nella sua personalità.Ho imparato anche a fare i palloncini per entrare meglio nella parte.
Ne ho interpretato i movimenti, i gesti, le espressioni, soprattutto la possibile interiorità dal punto di vista psicologico, relazionale e comportamentale di chi si può ritrovare a svolgere un lavoro delicato come questo dove occorre avere la sensibilità giusta per entrare in punta di piedi ,delicatamente,in vite fragili, già compromesse dalla vita per donare  attimi di felicità, spensieratezza ,creando un po’ di normalità, quella che noi abbiamo la fortuna di avere, quella che spesso sembra annoiarci,ma che ad altri il destino ha ingiustamente sottratto e negato. Forse su questo occorre davvero soffermarsi un istante con la consapevolezza delle  tante possibilità che abbiamo per poterci sentire “felici “.

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Donare un sorriso ad un bambino in un reparto oncologico è appagante più di qualsiasi altra cosa . È un donare, “un donarsi”, un rendere piacevole nei limiti del possibile, quella permanenza forzata. Tutto diventa un lottare con gli ammalati,un poter sperare insieme. Una conquista poter vivere anche un solo giorno dignitosamente. Bello sarebbe se si potesse sempre scrivere un finale diverso, felice per tutti dopo ogni lotta. Abbiamo tantinmodi per poterci considerare  felici. Spesso ci sfuggono presi dalla ricerca continua di avere altro, di poter aggiungere sempre di più- conclude Di Gangi-.

Giuseppe aveva fatto varie esperienze nel corso della sua vita. Si era cimentato anche su un altro lavoro incentrato sul sociale per sensibilizzare al tema della legalità, della mafia. Per questo aveva girato diverse scuole,già stato a contatto con giovani studenti. Tutti questi momenti sono stati fondamentali per far nascere il suo personaggio, per saperlo ben interpretare.

Dal punto di vista tecnico, essenziale è stato prendere parte a ” L’amica geniale” fiction RAI facendo una comparsa. Questa esperienza è stata importante per la sua crescita professionale anche per il relazionarsi con altri colleghi, per imparare ed acquisire nuove conoscenze, un bagaglio necessario ed utile per poter lavorare lui stesso nella sceneggiatura,nelle inquadrature per creare il tutto nel suo Clown. 

Aveva anche scritto un libro che ancora è in cantiere. Da questo ha preso spunto. Delle frasi sono state estrapolate e trasferite sul cortometraggio che poi è venuto sempre più alla luce grazie anche al supporto prezioso di un caro amico che ha scoperto per caso, un videomaker del Perù che possiamo dire sia stato il suo braccio forte , Claudio Ceino , un grande supporto,la spalla destra di Giuseppe,il suo aiuto fidato con il quale si è potuto rapportare. Possiamo definirlo il suo” angelo di corsia”.

Il cortometraggio di 13′ quasi 14, è avvolto da tante scene particolari e molto forti che lanciano dei messaggi chiari da cogliere.
Tutto il contesto è stato girato perlopiù a Termini Imerese, nel reparto di pediatria adibito per l’occasione ad oncologico. Atre scene sono state girate poi a  Castellana Sicula, presso la Casa di riposo ed altre a Mazara sul lungomare ed all’interno della città .

 

 

 

 

 

 

 

 

La trama

Viene raccontata la storia di Polpetta, un simpatico Clown di corsia interpretato dallo stesso Giuseppe Di Gangi, il quale ogni giorno, lavora a stretto contatto con dei piccoli pazienti.

I loro sorrisi sono la sua forza, il suo rintracciare emozioni, regali che la vita gli offre, sono momenti di felicità pura. I giorni trascorsi con i bambini del reparto dove cerca di donare momenti di conforto e dove impiega ogni sua energia, sono un vivere moltiplicato per tanti, lì dove tutto è precario, attaccato ad un filo. Polpetta è il loro amico, colui che offre loro una speranza per non arrendersi, per lottare ancora. Certamente, anche al sensibile clown non mancheranno momenti di difficoltà da affrontare, di tristezza e di sofferenza,specialmente quando qualcuno, improvvisamente lascerà il campo e tutto sarà allora un dramma interiore da affrontare.

La sofferenza si sa,sconvolge sempre tutto, ma la forza risiede nel coraggio di andare avanti per chi ha bisogno ancora di cure, di affetto, di carezze. Ci sono occhi che aspettano di potersi afferrare stretti ad altri occhi per vincere la paura, per aggrapparsi all’incerto e sentirsi dire:”ce la puoi fare!”. La presenza di una persona che dia un senso di fiducia, è quell’abbraccio di abbandono ed affidamento che nella vita è spesso indispensabile, fondamentale per chi specialmente si trova nello sconforto. 

E l’amore, la dedizione all’altro, spesso compiono anche dei miracoli e salvano. Lo vedremo nell’ultima scena. 

Purtroppo ciò che viene raccontato e visto nelle varie sequenze, racchiude vere realtà di vita, pagine drammatiche vissute da tantissime persone. Non si tratta di finzione o fantascienza. Queste cose ahimé accadono tutti i giorni. 

La ricerca della felicità, è sempre stata un’impresa. Il segreto è rintracciarla giorno dopo giorno nell’esperienza del quotidiano.
Soffermarsi nei gesti del vivere può essere un’esplosione di emozioni tratte dagli insegnamenti da cogliere,dalle esperienze che si possono ottenere .

Ci sono vari modi per essere felici .

C’è chi lo è sentendosi appagato alla conquista di un desiderio, spesso un capriccio,come l’acquisto di una macchina di lusso o di una casa molto costosa,oppure di una vacanza in un luogo ricercato ed ambito.
Ma sono felicità effimere che offuscano la vista dell’essenziale .

Essere felici è ben altro,è ricercare qualcosa, volerla davvero,provarla,ricercarla, ottenerla con tutte le forze.
E non è un accontentarsi questo. È dare importanza e valore al concreto che la vita offre.
La felicità è davvero nelle piccole cose e spesso manca quel tempo per meravigliarsi, per trovarla davvero, per assaporarla appieno nella sua reale consistenza.
Per respirare a pieni polmoni.

Spesso, la felicità si trova in quei piccoli gesti e bei momenti piacevoli che la vita offre,ci dice Giuseppe,come quando un bambino pronuncia la parola “papà”per la prima volta,oppure  quando durante la gravidanza si vede per la prima volta l’ecografia, pppure ancora quando dopo il lavoro il proprio cane aspetta alla porta… sono degli esempi ma è qui che va inteso il concetto di felicità, che trova espressione.

La felicità dura un attimo.Talvolta non la si vede o non si rintraccia. Si stenta ad accorgersi della sua preziosità. 

La gente non trova la felicità molte volte perché ha smesso di essere spontanea.
Ha perso il collegamento con la naturalezza. Vive nella paura di essere giudicata, criticata. Bada all’immagine di sé ed all’apparenza. Molte volte è attratta da ciò che è malsano. Per questo ricerca il superfluo,per questo crede di trovare maggiore compiacimento nel farsi vedere in maniera totalmente positiva dagli altri più che da se stessa.

La vera felicità ha invece un unico volto, quello della semplicità ed ha un’inizio quando qualcuno ha il coraggio di ricercarla e tenerla stretta.
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