3.Fatti del giorno

Si chiama B.1.1.529 o (νι – ni) la nuova variante COVID sudafricana che fa preoccupare il mondo scientifico

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«Sfortunatamente, abbiamo rilevato in Sudafrica una nuova variante che rappresenta fonte di preoccupazione». È cominciata così, con l’annuncio del virologo Tulio de Oliveira, direttore del KwaZulu-Natal Research and Innovation Sequencing Platform all’Università di KwaZulu-Natal la vicenda della variante B.1.1.529. Che era emersa a novembre 2021 dopo tre rilevamenti in Botswana. E oggi sta causando il crollo delle Borse a livello mondiale. Il National Institute of Communicable Diseases del Sudafrica ha riferito che la presenza della variante è stata documentata con il sequenziamento in 22 casi positivi, per lo più giovani.

La variante

Le segnalazioni, però, stanno arrivando anche da molti altri laboratori del paese. In totale sono almeno una sessantina i casi accertati a livello mondiale, tra cui quattro in Botswana e uno a Hong Kong in un viaggiatore di ritorno dal Sudafrica. Ciò nonostante, almeno stando alla valutazione del NICD, è “probabile” che i vaccini offrano protezione anche contro questa variante. L’Oms ha annunciato che oggi terrà un vertice sulla nuova variante che sarà molto probabilmente denominata con la lettera dell’alfabeto greco νι (ni) secondo Eric Topol. Il lignaggio B.1.1.529 condivide alcune mutazioni comuni con le varianti C.1.2, Beta e Delta, ma ha anche altre mutazioni aggiuntive.Intanto molti paesi hanno cominciato a chiudere i voli con il Sudafrica e con gli altri paesi africani in cui è stata individuata la variante. Ha cominciato Israele, l’Italia si è accodata con un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Il Regno Unito ha annunciato che vieterà l’ingresso ai viaggiatori provenienti da sei paesi africani: Sudafrica, Namibia, Lesotho, Eswatini, Zimbabwe e Botswana. Il ministro della Salute britannico Sajid Javid ha detto oggi alla Camera dei Comuni ha detto che la nuova variante può costituire un rischio rilevante per la salute pubblica. La Germania ha vietato i voli dal Sudafrica. L’Olanda ha deciso di introdurre un divieto per i voli provenienti dall’Africa australe: Botswana, Swaziland, Lesotho, Namibia, Zimbabwe e Sudafrica. Anche il Giappone ha chiuso i voli dall’Africa del sud.

 

Il presidente convoca il Consiglio

Il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha convocato in via straordinaria il Consiglio di Comando per il Coronavirus domenica 28 novembre. Secondo i medici del paese la quarta ondata avrebbe dovuto colpire il Sudafrica a metà dicembre con i viaggi delle feste di Natale. Il paese attualmente ha più contagiati di tutti nel continente: 2,95 milioni di casi registrati e quasi 90 mila decessi. Intanto Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm), ha detto all’agenzia di stampa Agi che ci vorranno due o tre settimane per capire se la nuova variante è davvero pericolosa: «Per adesso sappiamo davvero pochissimo di questo ceppo. Non possiamo prevederne l’epidemiologia né sapere se si diffonderà come la Alpha o la Delta. Il sequenziamento dell’RNA virale ha però mostrato che la variante B.1.1.529 presenta oltre 30 mutazioni, molte comuni ad altri ceppi già noti, ma alcune, sempre a livello di proteina spike, hanno suscitato preoccupazione perché potrebbero suggerire una maggiore capacità di sfuggire alla risposta immunitaria dell’organismo».

Per adesso la nuova variante «sembra essersi selezionata in persone immunodepresse, con una risposta immunitaria più debole. Nella regione sudafricana l’incidenza di HIV è molto più elevata rispetto alla maggior parte del mondo. Ciò che è certo è che in Sudafrica il tasso di vaccinazione è intorno al 24 per cento, a fronte della media mondiale del 40 per cento, e al 70-80 per cento e oltre nei paesi più sviluppati». Per il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma Francesco Vaia «la nuova variante sudafricana ci dice tre cose: ci saranno sempre varianti fino a quando non avremo il punto fine; occorre adeguare i vaccini alle varianti, e non è più rinviabile; bisogna spingere per una politica di vaccinazione che vada oltre i nostri confini».

Fonte:Open
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