È quanto emerge dal vertice che si è svolto nel pomeriggio al Mise, alla presenza di Invitalia, dei rappresentanti delle Regioni coinvolte e di Fim Fiom e Uilm. Mise e Regione stanziano rispettivamente 150 e 90 milioni di euro, l’accordo di programma sarà allargato anche alle piccole e medie imprese che intendono investire nell’area industriale di Termini Imerese.
Il nuovo bando per la vendita dello stabilimento, spiega il segretario della Fiom siciliana Roberto Mastrosimone, sarà definito dai commissari della ex Blutec a conclusione di una serie di incontri che saranno organizzati per stabilire le esigenze di eventuali investitori, il ricollocamento dei lavoratori diretti e dell’indotto ex Blutec e le necessità di sviluppo del territorio.
I sindacati hanno chiesto il coinvolgimento “di tutti i protagonisti: Mise, Invitalia, Regione, comune di Termini Imerese e Confindustria”. Altra questione suggerita dai sindacati riguarda il bacino di lavoratori: in questo caso la richiesta è di dare la possibilità anche ai lavoratori delle aree di crisi complessa, come Termini Imerese, di potere andare in pensione a 62 anni e di potervi accedere anche come lavoro usurante.
“Su questo tema il Mise ha garantito che approfondirà la questione – dice Mastrosimone – Con questo intervento assieme a iniziative che potrebbero entrare nel nuovo accordo di programma il bacino di lavoratori si potrebbe dimezzare, in modo da rendere più agevole il percorso anche per le aziende che vorranno investire”.
“Dopo dieci anni di tentativi che non hanno prodotto risultati – aggiunge la Fiom – c’è la possibilità concreta di trovare le giuste soluzioni per Termini Imerese: c’è l’accordo di programma, ci sono Zes, c’è l’area di crisi complessa. Sediamoci tutti insieme e facciamo in modo che i fondi e il nuovo bando siano attrattivi per le imprese, diano finalmente un futuro vero ai lavoratori, facciano da volano allo sviluppo del territorio e soddisfino i governi coinvolti a ogni livello e Invitalia. Fim Fiom e Uilm hanno inoltre sollecitato la firma del decreto dopo l’accordo sulla cassa integrazione prevista fino al 6 novembre del 2022.
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