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«Raccontare la Sicilia nella sua accezione più vera e al tempo stesso fiabesca. È questa la magia operata da Manuela de Quarto»
La protagonista del romanzo, Titì, è una bambina di dieci anni che si trova suo malgrado a impersonare la vergine Maria nella tradizionale festa di San Giuseppe: la preparazione a questo ruolo guiderà Titì dalla fanciullezza all’adolescenza, facendole scoprire il suo corpo e la pubertà, ma la introdurrà anche ad affrontare l’ipocrisia dei suoi compaesani, tanto devoti ai santi quanto ai boss della micro criminalità organizzata locale.
Manuela de Quarto parla di Enna e dell’entroterra con un’intensità e una delicatezza inedite, senza trascurare di raccontare con onestà una Sicilia quanto mai contraddittoria, che spicca per la sua bellezza ancestrale ma anche per i suoi segreti più profondi.
<<Una magica storia di amicizia, un romanzo di formazione realista e delicato.>>
Nel marzo del 1978, il più caldo mai registrato in Sicilia, la piccola Titì viene scelta per interpretare la Vergine Maria nella processione del paese in occasione della festa di San Giuseppe. Casteddu è un posto dove è facile entrare… ma non altrettanto facile è andarsene: troppi segreti circondano quel luogo colmo di fantasmi, di verità non dette, di personaggi bizzarri e misteriosi. La celebrazione della festa di San Giuseppe e la preparazione per il difficile ruolo che Titì dovrà interpretare saranno l’occasione per scoprire alcuni di quei segreti, per intraprendere un viaggio verso verità scomode e troppo a lungo taciute.
“Guardala bene,” disse “è l’immagine della purezza”
I personaggi che l’accompagneranno nel suo viaggio, nel bene e nel male, riveleranno il volto di una Sicilia al tempo stesso splendida e crudele.
“Perché siamo tutti come treni alla stazione: pronti a partire verso la verità, ma spaventati nel lasciare le nostre comode bugie.”
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