Gruppo politico “Un’Altra Isola ..Si” in rappresentanza della maggioranza dei cittadini di Isola delle Femmine

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Oggi è prevista la scadenza del contratto tra il Comune di Isola delle Femmine e la Temporary.
Una relazione professionale iniziata nel 2004, che ha garantito servizi essenziali alla collettività – implementando le prestazioni in tema di igiene, sicurezza, logistica, manutenzione … – ed è stata approvata e apprezzata anche negli anni in cui operava la Commissione Prefettizia.
 
Le famiglie dei 7 lavoratori in forza presso l’Ente – oltre ad attendere diverse mensilità di retribuzione – si aspettavano risposte sul proprio futuro dall’Amministrazione; ma hanno ricevuto la balbettante chiosa cineseggiante di un sindaco che sembra lì per caso, capace di descrivere il ruolo di questi operatori come “non indispensabile”.
Ancora una volta, abbiamo assistito alla stucchevole sceneggiata di un ragazzo spaesato che allarga le braccia, rovesciando sui “suoi predecessori” la responsabilità di avere lasciato degli enormi debiti.

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Ebbene, l’attuale Giunta – in ormai 12 mesi – non è stata in grado di approvare un solo documento contabile (prigioniera del terrore di Orazio Nevoloso di rispondere del delitto di calunnia); è del tutto incapace di valorizzare il personale comunale (tra i più qualificati della Regione, in rapporto agli abitanti); non ha ottenuto 1 solo centesimo di finanziamenti ed è completamente assente sul fronte ambientale (conversione energetica; tutela del mare…); della programmazione urbanistica (vi risparmiamo le pantomime intestine sui piani costruttivi…); delle infrastrutture (sportive e non…); del mercato del pesce (vicenda densa di contraddizioni familiari, pescatori/dilettanti anche loro?)…
Davvero non stupisce che quest’Amministrazione non sappia neppure immaginare rimedi al dramma di queste famiglie e al pericolo che l’interruzione dell’attività degli operatori Temporary rappresenta per i servizi agli isolàni (ce ne accorgeremo a partire da domattina…).
 
Invece di rovesciare le colpe su chi vi ha preceduti, forse sarebbe il caso di chiedervi quali macerie lascerete a chi – a Dio piacendo – presto vi succederà.
 
Perché gli operai che rischiano di perdere il posto di lavoro dispongono di strumenti giuridici e sostegno sindacale per rimediare alle vostre deficienze; ma gli altri cittadini possono solo sperare si chiuda rapidamente questa accidentale sfortunata parentesi.
 
In estrema (amara) sintesi, al momento non siamo un Paese povero; ma soltanto un povero Paese.
Se solo sapeste che “la cultura è il superfluo indispensabile”, vi ferirebbero davvero le parole di De Gaulle.
Mancuso, Lo Biondo, Guttilla, Gardelli, Giacalone, Brignone e Canale sono persone dietro le quali ci sono famiglie.
 
Sono lavoratori che si sono spesi, con determinazione e dedizione per questo paese, senza tentennamenti, promesse o giochi di parole.
 
Se non si è in grado di vivere la politica, caricarsi i problemi dei cittadini e sentirli come propri, se non si resta svegli la notte per trovare soluzioni alle istanze dei lavoratori e delle loro famiglie, bisogna chiedere scusa e tornare a fare altro. Perché non si impara ad avere dignità e coraggio.


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