Clorindo Testa (Napoli 1923 / Buenos Aires 2013 ) figlio di un medico, originario di Ceppaloni (BN) ed emigrato in Argentina . entra nella Scuola di Architettura presso l’Università di Buenos Aires e nel 1948 si laurea in Architettura , viaggiò a lungo in Europa consolidando la sua formazione professionale, influenzato da Le Corbusier e dai grandi fermenti culturali degli anni ’50. . Partecipa a numerose esposizioni in gallerie d’arte, musei e biennali e diverrà il punto di riferimento in Argentina dell’avanguardia architettonica internazionale .
Senza mai abbandonare le proprie radici italiane , Le sue opere “ paradigmatiche” : la Biblioteca Nazionale e la Banca di Londra e America del Sud , entrambe a Buenos Aires , insieme alle molteplici opere disseminate in Argentina ,sono un viaggio architettonico sulle relazioni che intercorrono tra lo spazio urbano e le forme dell’architettura , tra la Natura della città e la Natura come paesaggio .
Dai progetti per la città di Buenos Aires alle case di vacanza lungo le spiagge atlantiche o nella Pampa Umeda , Clorindo Testa crea forme architettoniche multiformi , prorompenti d’energia , animate da un intenso rapporto tra la “ materia “ e “ la forma “ , tra l’energia delle geometrie che si protendono verso l’esterno e gli imprevedibili “ spazi” attinti dalle primitive origini della terra. Clorindo Testa narrando il legame tra l’uomo e la comunità , tra la Natura e la sua relazione con la vita umana , si pone tra i massimi esponenti dell’architettura contemporanea.
“ Las Mandarinas “, ex Casa Lacarra
Come abitare la Natura e giocare con la Luce nella Pampa Argentina
Un esempio straordinario della committenza privata di Clorindo Testa , è “ Las Mandarinas “ , una casa realizzata per l’amico e collega Hector Lacarra nella Pampa Argentina nel 1979.
Qui Clorindo Testa mette in atto il suo vocabolario architettonico in assoluta libertà, lontano dalla città, , svincolato dalle tensioni etico-sociali legati alla vita metropolitana.
La casa è immersa in sconfinati campi e circondata da morbidi orizzonti verdi racconta la portata primordiale e archetipa della sua architettura , si fa forma il suo variopinto linguaggio visivo.si manifesta la componente artistico-pittorica che attraversa ogni sua opera.
Gli spazi orizzontali della casa si incontrano con le spinte verticali del tetto, generando una tensione verso l’alto, ma l’insieme delle due spinte contrastanti trovano un equilibrio e una relazione definitiva attraverso poderosi pilastri in ferro esterni alla facciata che dichiarano la loro funzione di sostegno e si mostrano svettanti e decorativi. La copertura del tetto è corrotta dalla sagoma laterale scalettata della copertura, le molteplici aperture, spesso a mezzaluna si rincorrono dall’alto e si trasformano in triangoli o trapezi per assecondare la luce che perenne circonda e rincorre la casa. L’ intera costruzione guarda gli orizzonti della Pampa dalla natura circostante riceve Luce e vita.
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