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Oggi, 11 ottobre, le lavoratrici ed i lavoratori della sanità sciopereranno in tutta Italia e scenderanno in piazza davanti gli assessorati regionali della sanità, per protestare contro le insufficienti somme stanziate dal governo per il rinnovo del contratto nazionale del comparto sanità.
“I dipendenti del Ssn, professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione, socio sanitarie, ecc. saranno in piazza” – commentano i componenti della segreteria regionale Fsi-Usae. “Il governo nega pretestuosamente ai lavoratori incrementi stipendiali che valorizzino le competenze degli operatori sanitari, le carenti risorse destinate al rinnovo del contratto, somme stanziate a suo tempo dal governo Conte non sono state integrate dal governo Draghi. Sono previsti a regime 1.015,57 milioni di euro a decorrere dal 2021 mentre per gli arretrati del 2019 e 2020 sono invece previsti, rispettivamente, 301,54 e 466,22 milioni. Insomma si parla di aumenti medi di 90 euro lordi che, emendati degli elementi stipendiali già anticipati e già presenti in busta paga, come l’indennità di vacanza contrattuale, assommano a poco più di 70 euro lordi medi cadauno. Infermieri e professioni sanitarie che hanno salvato la vita ai pazienti e l’hanno persa per assisterli e curarli, in piena pandemia sono stati definiti prima eroi e oggi presi a calci dal governo”.
“La trattativa nazionale in Aran sia avvia verso un rinnovo contrattuale economicamente inadeguato, aumenti indecorosi per il personale della sanità, che esce con le ossa rotte da un’epidemia ancora in corso, le risorse sono ridicole ed insufficienti, il che significa che non ci sono spazi per il riconoscimento della crescita professionale ma nemmeno per aumentare in modo decente gli stipendi degli operatori e pertanto la Fsi-Usae ritiene che nel comparto, così, gli operatori continueranno ad essere retribuiti con paghe da fame, perciò ha proclamato lo sciopero nazionale per domani 11 ottobre e manifestazioni regionali. Diciamo no, ad aumenti inconsistenti del salario per professioni a cui si accede con laurea specifica, chiediamo aumenti sostanziosi degli stipendi base di 2.000 € netti mensili e l’aumento delle indennità professionali, oggi rispettivamente al lordo, che sono, notturna (2,74 € l’ora), indennità su 3 turni, comprese le notti (4,49 € per una giornata), indennità su 2 turni (2,07 € per una giornata), festivo (17,82 € per una giornata), pronta disponibilità (20,66 € per 12 ore), tutte bloccate da 20 anni.
“Crediamo che la cittadinanza possa comprendere e solidarizzare con la nostra mobilitazione. Invitiamo le istituzioni locali ad interessarsi a questa problematica, che si configura come una palese ingiustizia nei confronti di migliaia di operatori sanitari, assumendo con responsabilità iniziative a sostegno. La Fsi-Usae invita i Lavoratori che non potranno esimersi dal prestare servizio domani per non recare danni all’assistenza di inviare una foto in divisa scrivendo un breve annuncio all’indirizzo mail usaesicilia@gmail.com “Il nostro lavoro vale oltre 2.000 € al mese”.
“La manifestazione in Sicilia è stata organizzata in piazza Ottavio Ziino, a Palermo, davanti alla sede dell’Assessorato regionale alla Salute” – concludono i componenti della segreteria regionale Fsi-Usae Sicilia Pier Paolo di Marco, Salvatore Ballacchino, Salvatore DI Natale, Renzo Spada, Carmelo Massari, Maurizio Cirignotta e Calogero Coniglio.
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