Una Formula 1 che sfreccia per Palermo. Verstappen che la pilota in vista del Gran Premio di Monza. E una realtà tutta palermitana a immaginare tutto questo. Il video della Red Bull che nel giro di pochi giorni ha fatto il giro del mondo raggiungendo milioni di visualizzazioni porta infatti la firma di Just Maria, la video company nata alle pendici di Monte Pellegrino nel 2017 dalla volontà, dalla passione e dall’incoscienza dei suoi fondatori e direttori creativi: Alessandro Albanese e Carlo Loforti. Sono stati questi due palermitani a portare il progetto a Palermo, presentando l’idea al brand titolare della scuderia per la quale corre il pilota olandese.
Attraverso una lettera aperta, rivolta in tono confidenziale alla città e diffusa grazie ai loro canali social, Just Maria racconta per la prima volta il dietro le quinte di un progetto – ‘Ciao Palermo, Monza is calling’ – dalla portata macroscopica che ha messo la città al centro dei riflettori internazionali. “Ciao Palermo, come va? Forse non lo sai, ma l’idea di portare una monoposto di F1 tra le tue strade non è stata partorita nel grattacielo di un ufficio marketing o pubblicitario di New York, ma ha visto la luce nel nostro vecchio studio, in Corso Vittorio Emanuele. No, non di Milano… Corso Vittorio Emanuele di Palermo, terzo piano senza ascensore” si legge così nel messaggio rivolto alla città.
Di quei cinque minuti Just Maria ha curato tutto: dall’ideazione alla produzione, dalla direzione creativa alla regia, dal montaggio alla sceneggiatura (per la parte di logistica sono stati affiancati dalla società romana CC&Partners). “Lavorare con una macchina di F1 è molto complesso: nessuno di noi ne aveva mai vista una, ad esempio; ci vogliono circa 85 minuti per metterla in moto, non ha una retromarcia, non passa inosservata, il suo rumore è letteralmente assordante, non può andare a un’andatura troppo lenta e se fa caldo (e tu a giugno sai farne, di caldo) c’è il rischio che si spenga, e altre cose così. La gestazione del progetto, dalla presentazione della prima idea al cliente all’online, è stata di circa 15 mesi”.
Quattro giornate di riprese in tutto. “Tecnicamente non è uno spot, come spesso è stato definito – puntualizza Just Maria -. È un’attivazione di un brand su un territorio, esplosa attraverso una creatività video. Creatività che, secondo noi, ha tre co-protagonisti: tu (Palermo ndr), la monoposto e una sorta di voyeurismo. Voyeurismo per la bellezza di un luogo, e per il mondo dei motori. Più che uno spot, noi la vediamo come una sfilata diffusa in diversi quartieri della città, con un’unica modella/o sulla passerella”.
Rispetto alle critiche che sono state mosse Just Maria precisa che: “Per quel che può servire, vorrei spiegarti che non era nostro obiettivo né di Red Bull approfondire attraverso questo contenuto le criticità che da anni ti attanagliano, anzi. La nostra stella polare era piuttosto lavorare su scala globale e rendere ciò che della tua bellezza è altamente riconoscibile e unico… ulteriormente riconoscibile e unico. Come? Portando all’eccesso l’aspetto visivo per renderlo ‘disruptive’, come direbbero nel nostro campo. E ancora, cercando di creare un’immagine indelebile nella memoria dello spettatore, un’immagine di te e del brand, la cui scelta è ovviamente a discrezione di chi guarda: per qualcuno quell’immagine sarà l’auto che sfreccia di fronte alla Cattedrale, per qualcun altro il burnout ai Quattro Canti, per un altro ancora la reazione di un palermitano o Max Verstappen che attraversa La Favorita definendola ‘foresta’”.
Ciao Palermo, dunque. Anche se proprio a proposito del nome che porta il video, Alessandro Albanese e Carlo Loforti spiegano: “Quel titolo, quel ‘Ciao Palermo’ che abbiamo utilizzato anche all’inizio di questa lettera, ha per noi una funzione meramente narrativa, di fiction: noi due, e così tutta Just Maria, non abbiamo nessuna intenzione di dirti ciao. Resteremo qui, a tirarti le orecchie se sbagli e a fare del nostro meglio per meritarti. Come tutti”.
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