Cultura

Polizzi Generosa: i narratori “ca cuntanu i biddizzi siciliani”

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“Cuntami una storia”.
E non c’è di meglio che una storia popolare resa ancora attuale tra le corde di una chitarra che rende intrepida e piacevole la narrazione.

“È storia chidda che si pò cuntari cu sentimentu facennu batteri lu cori”.

Ed è quello che è avvenuto a Piazza Borgese nelle sere del 27 e 28 agosto  a Polizzi Generosa,attraverso la voce e la narrazione degli artisti Nonò Salmone  e Gandolfo Schimmenti.

Così, fra le sedie occupate da un pubblico attento, fra le luci colorate ed il fresco serale, sono riproposte storie,aneddoti, racconti popolari che vanno dal generale al particolare ed additando nomi conosciuti come Rosa Balistreri ed Ignazio Buttitta, si parla di lavoro di stenti, di famiglie,di valori di un’epoca trascorsa,di mariti, di mogli, di preti, di tradimenti astuti, delle radici della nostra cultura mai dimenticata e mai dilaniata dal tempo, fra le pagine del libro di una storia comune che riflette identità e verità fra scenari vari che hanno come protagonista l’amata Sicilia ed i suoi intrecci,il suo passato, il suo volgere, i suoi costumi, le sue consuetudini sullo sfondo di un’epoca dove i messaggi e le comunicazioni si ascoltavano ancora tramite le radio tascabili ma dove è possibile rintracciare  parallelismi ed analogie attuali come ancora gente con la valigia in mano pronta ad emigrare con il cuore stretto  ed in cerca di più fortuna,o la terra che brucia e che trema.

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Tutto un ricordare,un attualizzare,quasi come un rito che di ripete dopo secoli fra volti moderni.Più voci  pertanto che mediano collegamdo più realtà nell’incrociarsi di musiche snelle  che propagano  memoria oltrepassando la fontana della piazza dove tutti attorno immedesimandosi ,si fanno portatori di testimonianze orali, tracce di uomini che sono rimasti e fatti conoscere uscendo oltre i testi,prendendo forma nell’immaginario collettivo.
Si fa  un confronto con la società di ieri e quella di oggi dove c’era più genuinità, e le donne nella loro innocenza riuscivano a farsi sopraffare dagli uomini,vittime di numerosi tranelli che avevano come esito il raggiungimento di ottenenimenti viziosi,di numerosi  scopi loschi. È il caso del compare che seduce la propria comare ingannandola sulla buona fede facendole credere che il suo bambino possa nascere senza piedi per prendere possesso di lei desiderandola ardentemente.

Ma si palra anche di costumi, di buone maniere, delle doti e delle qualità di una buona moglie, quelle che una volta erano ricercate .Questa doveva essere capace di stirare, schiacciare le mandorle e le olive, spicchiare le fave, rammentare, mungere una capra, allattare, non far bruciare i cibi,occuparsi della campagna, impastare il pane e la pasta, spegnere il fuoco,non produrre fumo a casa, fare il carbone, tessere al telaio ,trovare anche il tempo per ricamare ,ma soprattutto ,dimostrare di essere un’ottima moglie. Beh,certamente in confronto ad oggi è tutto nettamente diverso, non c’è più quell’ ideale di donna perfetta. Adesso la donna è alla pari, è istruita, colta. È
un’ intellettuale che mostra la sua intelligenza e le sue esperienze, si appassiona di telenovele ad esempio, ha altri interessi, ha altre occupazioni oltre alla vita domestica . Cura più se stessa,il proprio corpo ricorrendo spesso anche della chirurgia ed è talmente emancipata che può permettersi di cambiare più volte il marito. Queste le parole di svolta che ripercorrono come filo conduttore i vari cambiamenti in società. Storia nella storia su nuove prospettive contemporanee. 

Un saluto finale fra le ultime corde che fanno vibrare altre emozioni su meditazioni personali,quando il cielo di Polizzi diventa per il narratore una coperta ricamata tra le stelle e la luna fa come da spia . Un’atmosfera che diventa quasi come una bella serenata senza musicisti. Cantiamo tutti stanotte ricordando chi siamo e la nostra casa diverrà il nostro cielo. 
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Matilde La Placa

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