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In un recente articolo pubblicato sulla rivista PortNews, magazine dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, si parla di un interessante fenomeno che gli economisti chiamano “decoupling”, che altro non è che “il disallineamento della logistica dall’economia reale”.
L’allarme è stato lanciato da Ivano Russo, Direttore Generale di Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica), che durante un convegno tenutosi presso la sede dell’Autorità Portuale di Livorno ha parlato di questo problema e della necessità di disincagliarsi dalla “dittatura” dei volumi.
Dice Russo: “i volumi non generano sempre e comunque ricchezza. Se imbarco produzione manifatturiera cinese, la trasporto su una nave e la sbarco in un porto italiano e da lì la carico su un treno verso la Baviera, non creo ricchezza ma delle diseconomie che impattano in termini di costi di manutenzione e gestione delle infrastrutture, in termini di congestionamento stradale e portuale. Se diventiamo un nastro trasportatore saremo strumentali per la ricchezza altrui, non alla nostra”
Dal 2008 al 2019 il PIL è cresciuto in media dello 0,2 la logistica e i trasporti dell’ 8%, manifestando “che l’andamento dei trasporti ha divorziato dall’economia reale, cioè da ricchezza diffusa, lavoro, reddito, profitto per imprese”.
A confermare tali affermazioni è la classifica annuale sulla ricchezza, che vede le principali dieci città portuali collocate negli ultimi posti.
Il D.G. Russo conclude dicendo che “se continuiamo ad attardarci in un dibattito novecentesco tutto incentrato sulla necessità di infrastrutture e collegamenti per accrescere – molto in teoria – volumi a prescindere, allora non abbiamo capito nulla, né di numeri, né di economia, né di logistica”.
Termini Imerese 29 luglio 2021
Il Comitato CITTA’ PORTO PER UN FUTURO SOSTENIBILE
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