Cefalù, autorizzazioni brevi Demanio Marittimo, Cordaro replica a Lapunzina: «Il governo Musumeci opera esclusivamente applicando le leggi in vigore»

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Cefalù, autorizzazioni brevi Demanio Marittimo, Cordaro replica a Lapunzina: «Il governo Musumeci opera esclusivamente applicando le leggi in vigore»

«Forse il Sindaco di Cefalù dovrebbe riflettere di più su ciò che ancora deve fare la sua amministrazione piuttosto che su quello che non deve fare la Regione, titolare del Demanio marittimo e delle relative competenze amministrative».
Lo dice l’assessore regionale al Territorio e ambiente, Toto Cordaro, commentando affermazioni del sindaco del Comune di Cefalù, Rosario Lapunzina, relativamente alle “autorizzazioni brevi” per la concessione di aree del Demanio Marittimo, che aggiunge «il governo Musumeci opera sulla base di un principio elementare: l’applicazione delle leggi in vigore».

«Ai sensi dell’art. 24 della L.R. 1/2019 è possibile rilasciare autorizzazioni per l’occupazione di modeste porzioni di aree demaniali marittime (massimo 1000 mq) per lo svolgimento delle attività consentite dalla L.R. 15/2005 e per un periodo di tempo limitato massimo di 90 giorni». Si legge nella nota di replica dell’assessorato regionale Territorio e ambiente.

La legge ha di fatto demandato all’Assessore del Territorio e dell’Ambiente la regolamentazione di queste autorizzazioni, puntualmente intervenuto con il D.A. 351/gab del 7/10/2019. «La natura temporanea, la non rinnovabilità nel corso dell’anno ed i limiti di superficie previsti, determinano una netta distinzione – sotto il profilo giuridico e pratico – tra le autorizzazioni in questione e le concessioni demaniali marittime ordinarie, sicché tali autorizzazioni non sono suscettibili di arrecare significative riduzioni delle aree destinate alla libera fruizione del mare, né di limitare le prerogative pianificatorie dell’Amministrazione comunale».

In merito a questo ultimo aspetto, «occorre evidenziare come siano stati necessari ben 16 anni affinché l’amministrazione comunale – si legge nella nota -, forse nell’intento di sottrarsi al “commissariamento” che secondo l’art. 6 della LR 32/2020 sarebbe inesorabilmente scattato al 30 giugno 2021, “partorisse” una proposta di piano di utilizzo del Demanio Marittimo del tutto incompleta e non coerente con le linee guida appositamente emanate dall’Assessorato, che l’Ufficio competente ha dovuto restituire al mittente per le necessarie integrazioni».

Si rammenta ancora al sindaco che, «il trasferimento delle competenze ai comuni è previsto dalla normativa vigente soltanto in presenza di un PUDM, Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo, definitivamente approvato traguardo dal quale il Comune di Cefalù sembra essere ancora lontano, a giudicare dalle attività fino ad oggi svolte e dagli atti prodotti».

«Quanto alla sottrazione di spazi per la pubblica fruizione, – conclude la nota dell’Assessorato – le aree attrezzate in argomento, unitamente alle concessioni demaniali esistenti, contribuiscono ad una “ordinata” gestione delle spiagge ed alla vigilanza sul rispetto della misure di sicurezza che l’amministrazione comunale, ad oggi, non é in grado di assicurare, come comunicato dal Sindaco appena pochi giorni fa con una lettera indirizzata alla Guardia Costiera ed all’Assessorato».

L’assessore Cordaro, nel segno del dialogo proficuo fra istituzioni, aggiunge: «Nel rispetto delle istituzioni tutte, l’assessorato regionale Territorio o ambiente rimane a disposizione dell’Amministrazione comunale di Cefalù per ulteriori chiarimenti».
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