Cinque componenti di un nucleo familiare intossicato con la mandragola. La Polizia di Stato ha effettuato nelle scorse ore un capillare accertamento amministrativo operato nel quartiere Ballarò di Palermo in chiave antiabusivismo commerciale, finalizzato non solo alla verifica dei requisiti amministrativi cui gli esercenti devono attenersi, ma anche alla salvaguardia della salute pubblica.
In tale contesto, un accesso ispettivo è stato effettuato presso un minimarket adibito anche alla vendita di frutta e verdura, dai poliziotti del Commissariato di P.S. “Oreto – Stazione”, con l’ausilio di personale dell’ASP di Palermo. L’accertamento trae origine dal ricovero, nella notte dello scorso 17 giugno, presso un nosocomio cittadino, di un intero nucleo familiare, colpito da sospetta intossicazione alimentare, presumibilmente causata dall’assunzione di verdura del tipo “mandragola”.
La necessità di garantire i consumatori dall’acquisto di alimenti tossici, eventualmente posti ancora in vendita, ha obbligato i poliziotti a procedere con tempestività e così, dopo avere appreso dalle stesse vittime l’esatta ubicazione dell’esercizio commerciale dove sarebbe stato acquistato l’alimento presumibilmente alterato, nelle prime ore della stessa mattina, gli agenti hanno effettuato l’accesso ispettivo nel suddetto esercizio commerciale, riscontrando, per altro, visivamente la presenza di verdura esposta alla vendita, apparentemente riconducibile al genere della “mandragola”.
Durante le fasi del controllo si è accertato che la SCIA presentata dal gestore dell’attività era stata rigettata dagli uffici competenti con relativa nota di annullamento degli effetti giuridici della stessa. Inoltre, l’esercizio commerciale è risultato carente delle autorizzazioni comunali e sanitarie, ragioni per le quali è stata sospesa immediatamente la vendita al dettaglio; inoltre, si è proceduto alla contestazione della sanzione amministrativa dell’importo di 3.098,00 euro, ponendo contestualmente sotto sequestro amministrativo l’intero locale, ai sensi dell’art.13 legge 689/81.
Ulteriori contestazioni sono state elevate in merito al sequestro sanitario della merce posta in vendita con una sanzione pari a 1.500,00 euro; alla mancanza della Scia sanitaria con sanzione pari a 3.000,00 euro; alla mancanza del manuale HACCP con sanzione pari a 2.000,00 euro ed infine a carenze di requisiti igienico sanitari e strutturali, con sanzione pari a 1.000,00 euro.
Tutti i prodotti deperibili e non tracciabili, quantificati in circa 426 kg., sono stati posti sotto sequestro amministrativo e riscontri saranno effettuati anche in relazione alla commestibilità della verdura.
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