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Il comunicato degli avvocati Sergio Burgio e Giuseppe Canzone
Gli avvocati Sergio Burgio e Giuseppe Canzone, con riferimento all’udienza che si è svolta in data odierna dinanzi al Gip del Tribunale di Termini Imerese – dott.ssa Angela Lo Piparo- dichiarano quanto segue:
«In data odierna si è svolta, con le forme dell’incidente probatorio, l’udienza che vede indagato il sig. Pietro Morreale per il reato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere ai danni di Siragusa Roberta.
Durante l’udienza è stato sentito il CTU – dott. Alessio Asmundo- che ha relazionato in ordine alla sua perizia relativa all’esame autoptico sul corpo martoriato di Roberta. Il consulente tecnico d’ufficio ha spiegato che la morte di Roberta Siragusa è “stata determinata da arresto cardio-circolatorio e respiratorio conseguente al gravissimo stato di shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo e soprattutto del tronco e degli arti superiori, fino alla carbonizzazione di ampi segmenti di superficie corporea, con il quadro dello shock neurogeno da ipotensione arteriosa grave e improvviso deficit del ritorno venoso al cuore per riduzione della frequenza cardiaca e cospicua vasodilatazione periferica con accumulo di sangue. A tale gravissima condizione di shock, cosiddetto primario, la Siragusa è giunta per lo scatenamento di riflessi neurovegetativi da inibizione del simpatico ed eccitazione del parasimpatico derivanti dalla profonda angoscia e dall’intensissimo dolore certamente provenienti dalla stimolazione di recettori presenti nell’estesa superficie corporea interessata dall’ustione…… la stessa dopo essere stata sottoposta ad azione violenta traumatica ha avuto gli indumenti imbrattati di liquido infiammabile in località Centro Sportivo di Caccamo in area adiacente allo stadio comunale di Caccamo ed ai quali indumenti sia tato, quindi, dato fuoco…..Le modalità dell’accadimento della morte permettono di ritenere che la stessa si sia concretata in un tempo piuttosto breve, trascorsa una fase agonica di circa 2-5 minuti,…….i dati raccolti permettono di escludere l’ipotesi suicidaria o accidentale e che si sia trattato di abbruciamento omicidiario….”
Fin qui le parole utilizzate dal CTU. Durante il contro esame del pubblico ministero, rappresentato in udienza dal dott. Giacomo Barbara e dal Procuratore capo dott. Ambrogio Cartosio- anche lui presente in aula- è stato depositato una frazione di video (di circa 10 minuti) tratto da un sistema di video sorveglianza di un locale che si trova nei pressi del campo sportivo.
La produzione si è resa necessaria per potere svolgere compiutamente il contro esame del perito.
Dal video si è visto chiaramente il corpo di una persona, Roberta Siragusa, prendere a fuoco, la presenza di un soggetto che si trovava vicino al corpo che prendeva a fuoco, allontanarsi e salire a bordo di un auto (in uso a Pietro Morreale) e allontanarsi di qualche decina di metri posteggiandosi mentre il corpo di Roberta finiva di bruciare.
Sono state immagini forti, mostrate alla presenza dei genitori e del fratello di Roberta, sempre presenti in aula.
Si è trattato di un video che ha spiazzato tutti i presenti e che dimostra in modo inconfutabile che Roberta è stata uccisa al campo sportivo , caricata in auto e gettata sul dirupo vicino il monte San Calogero. Ormai il gravissimo quadro indiziario a carico dell’indagato si è trasformato in un quadro probatorio gravissimo, che a nostro giudizio, non consente di potere formulare ipotesi investigative diverse.
Il video è entrato ormai a far parte del materiale probatorio ostensibile alle parti e l’udienza è stata rinviata al prossimo 09 giugno per consentire alle difese di parte civile e alla difesa dell’imputato di potere svolgere il contro esame del perito anche alla luce delle nuove prove emerse in udienza e necessarie al fine di delineare le cause della morte di Roberta».
La replica dell’avvocato Gaetano Giunta, difensore di Pietro Morreale
«Il corretto esercizio del diritto-dovere di cronaca impone il rispetto del principio di veridicità della notizia e di contenimento della stessa, a maggior ragione se nella vicenda processuale sono coinvolti soggetti minorenni – afferma l’avvocato Gaetano Giunta -. Contrariamente a quanto riportato dagli organi di stampa, all’udienza del 26 maggio 2021, tenutasi davanti al GIP di Termini Imerese, non è stato proiettato nessun video che mostra “un uomo che spruzza liquido infiammabile (forse benzina) e dà fuoco alla ragazza”, come riportato dagli articoli pubblicati su alcuni organi di stampa.
«I dieci minuti di video estrapolati dal Pubblico Ministero, facenti parte di un video di sei ore, generato da una telecamera a circuito chiuso di un esercizio commerciale adiacente il campo sportivo di Caccamo – dice ancora l’avvocato di Morreale – mostrano unicamente una fiammata che si staglia nel buio della notte per una dozzina di secondi, che si sposta da destra verso sinistra rispetto alla visuale del video, adagiandosi per qualche minuto sulla parte bassa fino a spegnersi.
Da tale video, per la lunga distanza che separa la telecamera dal luogo della fiammata, non si vede nessun uomo che da accensione alcuna alla povera Roberta.
L’oggettività delle immagini video non mostrano, contrariamente alle notizie pubblicate, il momento in cui si ha l’innesco del fuoco e nemmeno chi ha provocato l’accensione.
Appare doveroso fare presente che l’indagato già in data 9.4.2021, in sede di interrogatorio davanti al P.M. procedente, ha descritto le modalità di accensione del fuoco sul corpo della povera Roberta – conclude l’avvocato Gaetano Giunta – . Quanto dallo stesso indagato riferito trova conferma nel contenuto del video».
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