Gli alunni della scuola “A. Gramsci” di Palermo a confronto con il giornalista emofilico Salvo Anzaldi

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Un momento della maratona

La classe seconda D della scuola secondaria di Primo Grado “Antonio Gramsci” di Palermo ha incontrato sulla piattaforma di Google Meet lo scrittore e giornalista Salvo Anzaldi, autore del romanzo autobiografico “Nato per non correre” edito da CasaSirio Editore. L’evento rientra tra le attività progettate per la classe dal team dei docenti nell’ambito del progetto “Emozioni in gioco: giocare per apprendere (nessuno si senta escluso)”. Esse hanno contemplato, oltre a momenti di riflessione sulle emozioni e attività ludiche che hanno toccato tutte le discipline d’insegnamento, la narrazione e l’approfondimento del percorso umano di personaggi che, nonostante le difficoltà oggettive causate da diverse forme di disabilità e patologie, hanno superato ostacoli di ogni sorta, divenendo un esempio di vita per gli altri e concretizzando così quell’idea di inclusione su cui gli studenti hanno tanto riflettuto grazie alle sollecitazioni e agli spunti degli insegnanti.

Salvo Anzaldi affiancato dalla dottoressa Eleonora Forneris

Il confine tra “normalità” e “diversità” è costituito da un “filo invisibile” che poi scompare quando, pur nella consapevolezza dei propri limiti, un individuo decide di non arrendersi, di non vivere nell’ombra e di non lasciarsi andare, bensì di trasformare la propria esistenza in qualcosa di meraviglioso, divenendo un esempio per chiunque viva una particolare condizione psicofisica. Tra questi il giornalista e scrittore Salvo Anzaldi dalla cui voce gli studenti hanno ascoltato il racconto dell’impresa compiuta nel 2015 insieme ad altre quattro persone affette da emofilia, con cui ha condiviso la gioia e l’emozione di tagliare il traguardo della maratona di New York, kermesse non solo sportiva, ma anche culturale e sociale, cui non si può non riconoscere il grande merito di aggregare migliaia di esseri umani provenienti da varie parti del mondo, ciascuno con un diverso vissuto personale e sociale, una propria formazione ed un modo differente di percepire e concepire la vita in tutte le sue manifestazioni. Tutti uniti da un’unica grande emozione: partecipare ad un evento indimenticabile, sfidando se stessi e mettendo alla prova le proprie capacità di resistenza fisica e psichica.

Salvo Anzaldi taglia il traguardo della Maratona di New York

Ancora più grande è stata la sfida di Salvo. Affetto da emofilia e con una protesi in titanio al ginocchio destro, il giornalista è riuscito a vincere la sua disabilità e a correre la Maratona di New York.

“Nato per non correre” è il libro autobiografico che racconta l’impresa. Lo scrittore ripercorre la sua vita, dalla scoperta della patologia diagnosticata tardivamente, ai ripetuti ricoveri ospedalieri con terapie e trattamenti farmacologici non risolutivi e talvolta non adeguati fino all’intervento chirurgico con l’applicazione in titanio al ginocchio. Gli studenti della seconda D hanno conosciuto la storia del giornalista attraverso il racconto degli insegnanti, la lettura di alcuni passi del libro e mediante la visione di “Traguardi”, cortometraggio prodotto da Rai Cinema per Telethon. Per la prima volta cinque runner con emofilia, dopo aver affrontato un anno con un intenso planning di allenamento progressivo di preparazione alla maratona, hanno accettato e vinto la sfida. Il percorso della maratona si snoda per 42 km e 195 metri: è una festa culturale, sociale e musicale cui Salvo e i suoi compagni d’avventura hanno preso parte il primo novembre del 2015, preparati e assistiti da uno staff di medici e fisioterapisti che li hanno sostenuti anche emotivamente oltre che dal punto di vista puramente medico e terapeutico, affiancandoli durante l’intero percorso.

Durante l’incontro telematico con l’autore, gli alunni e i docenti della seconda D hanno ascoltato dalla voce pacata ed emozionata del protagonista il coinvolgente racconto della sua impresa, ripercorrendo attraverso una serie di domande e riflessioni i momenti salienti del suo percorso umano. Salvo Anzaldi, giornalista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1989, ha lavorato per oltre vent’anni per diverse testate giornalistiche nazionali e locali, maturando in seguito esperienze di comunicazione istituzionale, soprattutto in ambito sanitario. Piemontese con origini siciliane, nel 2005 ha vinto il prestigioso premio giornalistico Saint-Vincent per un reportage sulle vacanze trascorse da Papa Giovanni Paolo II in Val D’Aosta ed è salito al Quirinale durante la cerimonia di premiazione della quarantesima edizione del premio per ricevere il prezioso riconoscimento dalle mani del Presidente della Repubblica dell’epoca, Carlo Azeglio Ciampi.

Nell’ultima parte dell’incontro con l’autore, durante il quale gli studenti hanno partecipato attivamente con grande interesse, dimostrando sensibilità e maturità, sono intervenuti i docenti del consiglio di classe i quali, oltre a ringraziare Anzaldi per la sua disponibilità a dialogare con gli studenti, hanno sottolineato il fatto che, nel percorso educativo degli studenti, storie come quella di Salvo Anzaldi costituiscono un innegabile esempio di vita ed un incentivo per i giovani a riflettere su quanto sia importante non arrendersi nei momenti di difficoltà e lottare per realizzare un sogno.

Soddisfazione per l’evento è stato espresso da Vincenza Caleca, Dirigente Scolastico della scuola “Antonio Gramsci”. “Ho accolto subito la proposta di organizzare un incontro con Anzaldi nell’ambito del progetto sull’inclusione e sulle emozioni che si è svolto all’interno della seconda classe della sezione D del nostro istituto. A lui va il mio personale e sentito ringraziamento per aver accettato di dialogare con i nostri ragazzi che hanno avuto modo di ascoltare direttamente la sua vicenda, di grande spessore umano e di elevata valenza formativa per le giovani generazioni”. Anche Salvo Anzaldi ha espresso gioia e manifestato soddisfazione per l’iniziativa, sia nel corso dell’incontro, sia mediante alcuni messaggi indirizzati al team dei docenti e agli studenti dei quali ha apprezzato il livello di preparazione.

Se vuoi correre un miglio, corri un miglio. Se vuoi vivere un’altra vita, corri una maratona”: con queste parole di Emil Zàtopek ha inizio la parte conclusiva della narrazione. “Ho scritto questo libro – ha detto Anzaldi durante l’incontro – affinché, attraverso la mia storia, gli emofilici e le loro famiglie sappiano che un soggetto emofilico oggi può fare molto, seppur con le dovute cautele e avvalendosi dell’adeguata assistenza fisica e psicologica”.

Un efficace e diretto messaggio di speranza per gli emofilici, suggellato dall’impresa di Salvo e degli altri quattro runner emofilici.

Cecilia Cimò


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