Scuola: si torna in presenza, ma in Sicilia potrebbe restare la didattica integrata

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Le misure per le riaperture.

Il ritorno graduale alla normalità passa dalla riapertura totale delle scuole. E’ questa la linea indicata dal Governo Draghi, qualche giorno fa, durante la conferenza stampa che ha annunciato – di fatto – il primo passo verso il ritorno alla normalità. Tra il ripristino delle zone gialle e la riapertura dei ristoranti, il premier ha comunicato l’intenzione di rimettere in moto la macchina scolastica in maniera quasi totale, dal 26 aprile in poi, fino alla fine dell’anno scolastico.

Le norme nazionali, quindi, prevedono un ritorno in presenza per tutti gli studenti. A fare eccezione sarebbero soltanto le superiori, nelle zone rosse, per cui è previsto il mantenimento di quote e la didattica integrata.

Ma se la decisione sembra non essere particolarmente gradita al resto d’Italia (pesa ancora il nodo mai sciolto del trasporto pubblico), ancor più irreale sembra l’applicazione delle nuove decisioni in Sicilia.

Sull’isola, infatti, aleggia attualmente grande incertezza, considerando che l’intera provincia di Palermo resterà fino a questo giovedì in zona rossa, che molti comuni sono ancora in fascia di massima allerta, ma, soprattutto, perché le scuole non sarebbero sufficientemente adeguate a un ritorno totale della didattica in presenza.

Se ne parla stamani in un articolo del GdS, in cui emergono le perplessità sulle decisioni di Maurizio Franzò, leader dell’associazione siciliana dei presidi. Per contro, dalle parole riportate sul quotidiano, sembra che nemmeno l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, sia intenzionato a calcare la meno, per evitare di mettere in difficoltà gli istituti scolastici, nell’ultimo mese di scuola. Resta quindi aperta la porta della didattica integrata, con gli alunni presenti in aula in percentuale o a rotazione, fino alla fine dell’anno scolastico.

Intanto, nuove direttive sono attese  da Roma. I dirigenti scolastici incontreranno il Governo in queste ore per manifestare le proprie perplessità. Non è escluso che il ministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, possa proporre di rimodulare le disposizioni approvate in Consiglio dei ministri qualche giorno fa.

La soluzione potrebbe essere anche qui quella di lasciare ai presidi la scelta, se restare in didattica mista (integrata) o se passare in presenza al 100%, almeno alle superiori.
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