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Paesaggio tutt’altro che primaverile con una foschia tipica invernale. Anziché fiori sui prati verdi, uma coltre di neve bianca;sui cigli delle strade, piccoli cumuli di neve,alberi coperti,case ammantate.
La spolverata della scorsa notte ha tinto il paesaggio, il verde, l’atmosfera circostante.
Le montagne che dominano le Madonie riprendono così ad indossare l’abito invernale precedentemente riposto: sono dello stesso colore delle nuvole.
Marzo si dice che sia pazzo però non si pensava lo fosse fino a questo punto da invertire le stagioni passando drasticamente da un febbraio primaverile ad un brusco marzo d’inverno.
Si credeva che quest’anno, la neve, non si sarebbe più vista, che fosse già stata superata,lasciata alle spalle, per essere goduta il prossimo anno. Invece, la sorpresa, lo stupore, in un periodo fuori dalla norma che lascia senza parole. Uno scenario che fa fare passi indietro, per le Petralie in particolare.
Quella grandezza d’espansione della natura ci fa comprendere quanto l’uomo sia limitato, impossibilitato a dominare fenomeni più grandi di lui come quelli atmosferici in questo caso ed a gestirli. Impotente dinnanzi alla magia della natura che regala delle visioni così improvvise, inattese ed inaspettate, capaci di sorprendere così tanto.
L’incanto adesso si è sciolto e sembra ritornare tutto, piano piano,alla normalità.
I primi raggi accarezzano di nuovo i panorami quasi come volessero essere un ultimo saluto dell’inverno che fa accomodare gentilmente la primavera.
Tutto ciò ci fa meditare anche sulla situazione attuale: poter pensare che la vita di ognuno di noisia come questi pazzi,inverni lunghi
dove ciò che sembra scontato
non sempre lo è;
dove ciò che è impossibile a tutti
può sorprendere e diventare reale;
dove l’attesa accentua il desiderio
e la speranza diventa certezza.
Matide
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