Sanità: accordo Ismett-Giglio per trasferire a Cefalù know how su ecoendoscopia

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E’ stato sottoscritto un accordo quadro tra la Fondazione Giglio di Cefalù, l’Ismett di Palermo e UPMC, il partner americano dell’Istituto Mediterraneo, per sviluppare percorsi di cura e diagnostico-terapeutici virtuosi per “ottimizzare l’efficacia delle prestazioni rese da entrambi”. Il campo di collaborazione riguarderà le patologie oncologiche addominali e toraciche. 

La prima iniziativa ad essere avviata è un percorso formativo con il trasferimento di Know how dall’Ismett al Giglio sulla metodica di endoscopia denominata ecoendoscopia. Responsabile del programma è il dottor Mario Traina che dirige l’Unità di endoscopia e gastroenterologia dell’Ismett, unitamente al dottor Dario Raimondo, responsabile dell’unità operativa di endoscopia e gastroenterologia del Giglio. 

“Una tecnica – ha detto il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano – che mancava nella nostra offerta sanitaria e che grazie alla collaborazione e sinergia che si svilupperà con Ismett potremo offrire ai nostri pazienti. Un obiettivo importante – ha aggiunto Albano – per un ospedale a vocazione oncologica ed una sfida che ci siamo posti avviando significativi investimenti in nuove tecnologie”.

Ad illustrare le tappe formative sono stati, durante la presentazione l’endoscopista Dario Raimondo (“un percorso a tappe: dall’osservazione, alle procedure in affiancamento sino al trattamento come primo operatore e in autonomia dei pazienti”) e Ilaria Tarantino, ecoendoscopista di Ismett e referente del progetto. Presenti, all’incontro di avvio del percorso formativo, il direttore sanitario Salvatore Vizzi e il direttore amministrativo Gianluca Galati.  

L’ecoendoscopia è una tecnica che tiene insieme due metodiche: l’endoscopia tradizionale e l’ecografia ad alta risoluzione sia della parte del lume gastroenterico e sia di tutte le strutture e organi adiacenti al tubo digerente. 

“Non solo – ha spiegato Ilaria Tarantino – questa metodica ci consente lo studio delle pareti gastroenteriche, così come siamo abituati con l’ecografia tradizionale, ma anche di studiare tutte le patologie correlate a lesioni che si possono evidenziale adiacenti al lume gastrointestinale: mediastino, addome e pelvi”. 

E’, inoltre, una metodica che ha doppia valenza sia diagnostica che terapeutica. “Nell’ultimo decennio – ha aggiunto Tarantino – si è ampliato quest’ultimo interesse che si estrinseca in più interventi che vanno dal trattamento delle raccolte pari-pancreatiche, ai drenaggi biliari per via ecoendoscopica nei pazienti in cui non è possibile eseguire la procedura Ercp, ai drenaggi con colecistiti acute sino a vere e proprie anastomosi gastroenteriche che erano, sino a pochissimo tempo fa, di appannaggio chirurgico”.  

La prima procedura ecoendoscopica sarà effettuata mercoledì prossimo, al Giglio di Cefalù, con il supporto della dottoressa Tarantino di Ismett.


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