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«I Carabinieri della Compagnia di Termini Imerese e del RIS di Messina non si sono mai fermati e continuano in modo professionale a svolgere le investigazioni. Molti si interrogano: perché non se ne parla più sui giornali o nelle trasmissioni televisive, cosa è successo, come finirà?
Questo triste evento ha certamente destato l’attenzione da parte di tutta l’opinione pubblica per le modalità dell’accadimento,
per la giovane età di Roberta – ha aggiunto l’avvocato -. Mediante l’esercizio del diritto di cronaca l’opinione pubblica ha appreso notizie, particolari a volte anche non rispondenti al vero: ho avuto modo di leggere un articolo, qualche giorno addietro, su un giornale settimanale a diffusione nazionale, dove il giornalista virgolettava alcune frasi che, a suo dire, gli avrebbe riferito la madre di Roberta – continua il legale -. Tutto falso, nessuna intervista era stata rilasciata al giornalista e giammai la madre di ROBERTA aveva proferito quelle frasi.
Ecco perché i familiari di Roberta continueranno a restare in silenzio, chiusi nel loro dolore, in attesa di venire a conoscenza dell’esito delle complesse indagini affinché venga fatta chiarezza e resa giustizia alla loro amata Roberta.
Arriverà ben presto la fase processuale in cui gli atti di indagine saranno resi ostensibili alle parti e ai loro difensori e, allora, da qual momento faremo sentire la nostra voce e potremo confrontarci in un’aula di Tribunale.
Solo dopo questa fase potremo anche confrontarci, con fatti alla mano, anche con i giornalisti, con coloro che esercitano il sacrosanto diritto di cronaca, seppur con le dovute limitazioni che la deontologia forense e il codice di procedura impone a noi Avvocati – ha concluso Burgio -.
Ecco perché sino a quel momento la famiglia Siragusa mi ha espressamente manifestato il desiderio di mantenere il massimo riserbo su tutta questa triste vicenda».
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