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In un clima di commozione è stata consegnata dal Prefetto di Palermo la medaglia d’onore e una rosa bianca a Nellina e Pasquale Bova, figli di Vincenzo, deportato nei lager nazisti. La cerimonia si è svolta in Prefettura a Palermo ed era presente anche il sindaco di Termini Imerese, Maria Terranova.
Vincenzo Bova, nato a Termini Imerese il 4 novembre 1919 e ivi deceduto il 17 febbraio 1991, prima di partecipare alla seconda guerra mondiale lavorava in una fabbrica di mattoni, fu catturato e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald, fu liberato nell’agosto il 24 agosto 1944 e riuscì a tornare nella sua amata Termini Imerese.
«Ha sofferto molto la prigionia, patendo il freddo e la fame – racconta il professore Pasquale Bova – tanto che, quando poteva, per cercare di sfamarsi fuggiva nei rifiuti alla ricerca di bucce di patate. Tale indicibile sofferenza ha minato fortemente il suo fisico tanto da provocargli patologie serie all’apparato gastro-enterico e alla perdita totale dei denti. Il fisico, purtroppo, andava sempre più cedendo non consentendogli una vita normale.
Nonostante ciò ha affrontato la sua vita con dignità distinguendosi per la sua serietà e gentilezza nei confronti del prossimo – racconta ancora il figlio -. Certo i ricordi della prigionia affioravano in concomitanza con gli eventi avversi della società ma sapeva affrontarli e porgerli in modo tale da non farceli pesare. Questo suo comportamento costituiva per noi figli un momento altamente educativo che ci faceva crescere senza “odio” e affrontare la vita all’insegna della fiducia innanzitutto in noi stessi e, di conseguenza, nei confronti del prossimo. Nostro padre è stato un “grande uomo” apprezzato e stimato da tutti. Noi figli ne siamo orgogliosi e non possiamo che dire papà grazie! »
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