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Teletermini ha ricordato che a suo tempo intervenne il parroco della Maggior Chiesa, don Francesco Anfuso, con una lettera al Sindaco e alla Soprintendenza ai BB.CC.AA., per segnalare il “disagio” scaturente da una decisione del genere sia sotto il profilo religioso sia sotto il profilo della salvaguardia dei monumenti storici.
All’Arciprete rispose il Sindaco con una lunga lettera per giustificare la decisione, affermando peraltro che “tale apposizione è da considerarsi assolutamente transitoria”, in quanto a breve sarebbe stata individuata altra soluzione.
Ma come spesso accade, non c’è nulla di più definitivo di quanto è detto “provvisorio”.
Sull’argomento, abbiamo chiesto il pensiero dell’attuale parroco del Duomo, don Antonino Todaro, (che, ricordiamo, ha la cura pastorale anche della chiesetta e degli altri simboli religiosi esistenti nel cimitero) il quale ha testualmente dichiarato: «Ritengo opportuno che la questione venga risolta nelle sedi opportune da parte delle autorità competenti e auspico che si possa trovare un’altra collocazione della lapide che ricorda il nome dei nostri cari caduti».
La garbata ed equilibrata dichiarazione dell’Arciprete, conferma la opportunità di non utilizzare i simboli religiosi per altre, pur valide, funzioni, che la questione deve essere risolta “dalle autorità competenti” (l’Amministrazione comunale), e auspica che si trovi “un’altra collocazione della lapide”.
Concludiamo ricordando che, a suo tempo, si era ipotizzato di trasferire la lapide su una delle pareti esterne dell’edificio che ospita l’ufficio.
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