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L’analisi condivisa è che la costruzione del deposito di scorie non rientra minimamente nella vocazione e nelle caratteristiche della Sicilia; che, più in generale, l’idea di selezionare un unico territorio in cui raccogliere tutti i rifiuti speciali d’Italia sia da contestare con ogni mezzo.
In molti – soprattutto i membri dei comitati e alcuni tecnici – hanno elencato le ragioni specifiche del No al deposito a Butera, Trapani, Calatafimi-Segesta e nelle Madonie. Fra le tante: l’elevata sismicità dell’isola, la vocazione agricola e turistica dei territori, la vicinanza a Parchi naturalistici o ad aree archeologiche. L’evento si è svolto online a causa delle restrizioni riguardo gli spostamenti all’interno della regione in zona arancione.
“La notizia dell’individuazione di quattro aree in Sicilia idonee alla costruzione del deposito ci pone davanti alla necessità di mobilitarci. L’incontro di ieri è stato un primo momento in cui programmare le prossime mosse. Si è costituito un coordinamento regionale permanente che lavorerà alla costruzione di una manifestazione giorno 6 marzo – data di scadenza delle consultazioni e delle controdeduzioni presentate dalle istituzioni locali e regionali- a Palermo, davanti l’Ars” – dichiara Tiziana Albanese del comitato “Mai depositi radioattivi Madonie.
“Il nostro è un No unanime al deposito nazionale di rifiuti nucleari. Peraltro proprio la zona di Butera, Licata e Gela è fra le più inquinate della Sicilia per la presenza di trivelle e del polo petrolchimico. Qui, come a Scicli, Milazzo e nel quadrilatero della morte Augusta-Priolo-Melilli-Siracusa, servirebbero opere di bonifica, non di certo un nuovo ecomostro” – continua Marco Castrogiovanni del Comitato “Mai depositi radioattivi- Butera”.
Conclude Massimo Fundarò di “Mai depositi radioattivi in provincia di Trapani”: “Lavoreremo affiancati da tecnici ed esperti per presentare le ragioni del No al deposito a Trapani e a Calatafimi-Segesta. Contemporaneamente ci impegneremo a rafforzare il coordinamento regionale che si è creato. Siamo un fronte unico contro il deposito, per la difesa del nostro territorio e della salute di chi lo abita”.
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