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A Termini Imerese, nel 2018, la spesa ammontava a ben oltre 26 milioni di euro, cioè circa 1.000 euro a testa.
A fronte di questa spesa, sempre nel 2018, i termitani hanno realizzato vincite per oltre 19,5 milioni, con un saldo negativo di oltre 7 milioni di euro andati in fumo.
Rilevano all’evidenza gli oltre 6 milioni di euro spesi nelle “macchinette” dei bar e delle sale da gioco (voce AWP) nel 2018 che subiscono un incremento nel 2019, fino a sfiorare i sette milioni di euro: quelle del gioco da un euro che negli anni passati sono venute agli onori della cronaca per l’intervento di tante mogli che denunciavano i mariti che dilapidavano le risorse familiari.
I dati complessivi del 2019 non sono più confortanti, infatti, a fronte di una leggera flessione della somma complessivamente spesa (€ 25.641.811,02), la dea bendata non è stata benevola con i termitani: la perdita netta è cresciuta rispetto all’anno precedente, sono andati in fumo ben € 7.135.068,65.
Alla spesa riportata nei prospetti dell’Agenzia bisogna aggiungere le scommesse fatte coi giochi on line, effettuati da casa con carta prepagata, perché i dati dell’Agenzia non comprendono questi importi: il sistema di rilevazione non geolocalizza il giocatore. Dunque, i dati sono abbondantemente approssimati per difetto.
Cifre enormi che devono fare riflettere e impongono un intervento da parte di tutti gli attori pubblici, a ogni livello, per arginare il fenomeno e limitarne gli effetti disastrosi sulle finanze e sulla serenità di tantissime famiglie.
Sono necessarie e urgenti iniziative per contenere e arginare il fenomeno della ludopatia.
Testo a cura di Francesco Fragale, pubblicato sulla pagina Facebook Termini Imerese Libera
I dati
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