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Dpcm e disservizi uccidono più del Covid, ecco la protesta dei disabili palermitani

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Protesta del movimento “I Love Palermo” che presenta un dossier sulle barriere architettoniche e sui diritti negati ai più deboli a partire dall’assistenza sanitaria non garantita. Lanciata anche una campagna di sensibilizzazione sui social: “Vengo anch’io! No, tu no”

“Ci sono molte limitazioni anti Covid che in una città con troppi disservizi mettono a rischio la salute dei disabili”. Così “I love Palermo”, il movimento civico nato da pochi mesi, torna a difendere i diritti dei “singoli sfortunati, colpevoli forse solo di essere nati nel posto sbagliato”. Con queste considerazioni il fondatore e leader Gabriele Montera torna a farsi portavoce del “grido silenzioso di chi per troppo tempo è rimasto nel limbo dell’indifferenza”. Con un sit-in a piazza Pretoria i disabili in carrozzina hanno manifestato contro le barriere architettoniche e i disservizi aggravati dalla situazione critica legata alla pandemia.

“Il Covid ci uccide e la mala politica ci ammazza. Non siamo secondi a nessuno – chiosano i disabili – vogliamo il rispetto dei nostri diritti”.
I Love Palermo ha realizzato un dossier che denuncia attraverso una dettagliata documentazione fotografica molte delle barriere architettoniche presenti in città.

“Andare a pagare un’utenza, sbrigare pratiche in Comune o in Circoscrizione, prenotare o fare una visita specialistica per noi in carrozzina è diventato impossibile” sottolinea Montera che aggiunge: “Altro che coprifuoco, noi non viviamo più. Il governo nazionale, quello regionale e l’amministrazione comunale hanno perso troppo tempo prezioso costringendoci oggi di nuovo all’esilio con altri Dpcm e provvedimenti fatali in una città senza servizi adeguati. Altro che lockdown parziale o per zona, noi disabili siamo abbandonati tra i disservizi”.

I Love Palermo protesta anche contro le difficoltà di accesso ai mezzi pubblici sia su gomma che su rotaia: “Gli altri possono uscire per motivazioni urgenti e possono curarsi, mentre noi non possiamo” aggiunge il movimento nella sua denuncia che evidenzia: “Siamo stanchi di accessi privi di scivolo, di marciapiedi non a norma, di bus privi di pedana mobile, di bagni pubblici negati ai disabili, di segnaletica stradale inesistente”.

Montera fa notare poi che molte aziende convenzionate non sono conformi al trasporto disabili: “Si spendono soldi pubblici con appalti inadeguati e non rispettosi dei regolamenti. A noi – protestano i disabili – la città non permette di fare la spesa, di andare alla posta, di avere visite domiciliari. Esiste solo il Coronavirus. Noi possiamo morire”.
I Love Palermo segnala pure taxi inadeguati ai diversamente abili, metro con accessi per disabili chiusi, autobus con pedane guaste, treni inaccessibili, marciapiedi impercorribili, scivoli disastrati, scuole, parchi ed enti pubblici non a norma.

Ma i manifestanti che si riconoscono in “I Love Palermo” manifestano forza e capacità ma soprattutto voglia di non fermarsi perchè “La vita è bella” dicono in massa. E hanno promosso anche la campagna di sensibilizzazione “Vengo anch’io! No, tu no” lanciata anche sui social, a partire dalla pagina Facebook di “I love Palermo”. In piazza Pretoria, gli “eroi in carrozzina” come li hanno definiti molti osservando la loro tenacia, hanno manifestato evidenziando un dettagliato reportage fotografico con svariate location e situazioni con barriere architettoniche di palese riscontro. “La cattiva politica è un virus da cui difenderci” hanno tuonato. Ma alla protesta si aggiunge la proposta. Ed è proprio il fondatore e leader di “I Love Palermo”, anche lui in carrozzina, Gabriele Montera, a dichiarare: “Si apra subito un tavolo istituzionale con noi dove dovranno sedersi il Comune, la Regione e la Protezione civile finalizzato alla creazione di un Peba, il piano eliminazione barriere architettoniche, e alla individuazione di Disability manager. Manca una adeguata assistenza territoriale – continua Montera – non si trovano molti vaccini, non esistono drive-in o centri preposti a fare i tamponi a noi disabili”.

E Montera alza la voce: “Basta! Ci state uccidendo due volte! Oltre al Coronavirus abbiamo altre patologie da cui difenderci. Tra noi, oltre che donne e uomini impossibilitati a compiere gli atti quotidiani della vita, ci sono anche persone con tumori, diabete, gravi problemi respiratori, dializzati e tanti altri. Curarsi troppo spesso è impossibile e inoltre non si può accettare alcun blocco di servizi domiciliari”. Montera chiede di fermare gli appalti che non rispettano le norme che tutelano i disabili e chiede al presidente della Regione Nello Musumeci, all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e al sindaco Leoluca Orlando di attivarsi.

(a.s. Salvatore Fazio)


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Redazione

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