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Polizzi Generosa: una sala dedita ai ricordi, apre il museo della scuola

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Polizzi Generosa: una sala dedita ai ricordi, apre il museo della scuola – FOTO E VIDEO

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Sono diverse le stanze, sopra la biblioteca, all’interno del comune, che in questo periodo sono state adibite a museo, l’ultima sabato 12 settembre. Uno scorrere un po’ malinconico e nostalgico di ricordi indelibili a più generazioni in cui è possibile ripercorrere la propria infanzia,i propri momenti di vita legati alla prima formazione di base, alle prime regole acquisite. Si rivivono così,attraverso oggetti e strumenti, una carrellata di immagini, una serie di momenti personali, che all’interno di questi ambienti di un passato lontano ma mai dimenticato si ripercorrono silenziosamente e si rivivono teneramente tornando bambini, con un grembiule ed uno zaino o una cartella, seduti con molti anni in meno, fra i banchi di scuola. Sono queste le emozioni e le sensazioni che scorrono lente all’interno del Museo del libro,una macchina del tempo che immortala e preziosamente conserva, custodendo non solo oggetti ma vite di persone.

  1. Questo è il lavoro amorevolmente svolto  dalla professoressa Ida Rampolla collaborata dallo stesso sindaco Giuseppe Lo Verde che ha apprezzato fin dall’inizio l’iniziativa con piacevole interesse, dall’architetto Laura Madonia. Ospite della giornata inaugurale,anche la docente Daniela Crimi di Palermo, entusiasta dell’iniziativa.

Insieme, collaborando in reciproca sinergia, hanno  restituito valore al tempo, perpetuato dignitosamente una storia da poter raccontare ai posteri ripercorrendo l’evoluzione scolastica di cui, dopo la famiglia, la scuola va considerata  agenzia formativa per eccellenza. 

Ripercorriamo i momenti più significativi dell’evoluzione scolastica.

Istruzione, socializzazione apprendimento. Sono tre concetti diversi ma collegati fra loro. L’istruzione è il processo che ha luogo nelle scuole e nelle università, riguarda Quindi l’apprendimento, o socializzazione, ed è una continuazione della socializzazione iniziate nella famiglia  e non deve necessariamente svolgersi in una scuola. In molte società un bambino può imparare come costruire una capanna, pure le piantagioni, cuocere i cibi… il sistema educativo è complesso, costoso, è collegato  alle  strutture centrali di potere nella società e perciò di grande interesse per i sociologi. Lo Stato, Infatti, si sente in dovere di garantire, strutturare la scuola come continuazione della secolarizzazione, determinandone modalità e procedure.

Storia della scuola 

Ricordiamo che la scuola italiana nacque da una proposta elaborata dal ministro dell’istruzione Gabrio Casati è diventata, con il suo nome, legge dello Stato Sabaudo il primo gennaio 1860. l’anno successivo venne estesa a tutto il territorio nazionale dell’Italia unita. la situazione dell’Italia di Allora era rappresentata da un contesto sociale molto depresso, con grandi sacche di povertà e di analfabetismo di  cui l’87% era del Sud. 

La popolazione era dedita prevalentemente all’agricoltura: la scuola era vista come una perdita di tempo, i fanciulli erano utili braccia da non distogliere dalle attività agricole e familiari. La legge Casati istituiva  una scuola elementare di due gradi, inferiore e superiore, di cui solo il primo era obbligatorio, unico e gratuito. Dopo il superamento delle elementari, coloro che potevano permetterselo avevano accesso al ginnasio, anche se inferiore e superiore( durava  5 anni), quindi passavano al liceo la cui durata triennale dava la possibilità di poter accedere alle facoltà universitarie.

In alternativa si poteva frequentare una scuola tecnica di 3 anni, che era gratuito e che forniva l’accesso alla scuola normale (pure triennale) che rilasciava il diploma di maestro, oppure alle varie articolazioni dell’Istituto Tecnico( quadriennale) di cui solo la sezione fisico-matematica apriva la possibilità di accesso alle facoltà scientifiche o economiche. 

La presenza del latino e la non gratuità costituivano certamente di fatto, per il ginnasio, l’etichetta di una scuola di élite, che avrebbe garantito il ricambio della classe dirigente italiana.

La scuola di Casati, quindi, si poneva come una scuola turistica e selettiva. in quel momento storico, in Italia non si poneva nemmeno il problema del rispetto dell’obbligo scolastico; le masse vivevano in condizioni talmente precarie del ridurre a zero la domanda distruzione. L’obiettivo della legge Casati può anche quello di laicizzare l’istruzione sottrendola dal monopolio del clero.

La legge Coppino del 1877 veniva così promulgata ribadendo l’obbligatorietà del primo ciclo della scuola elementare cercando di renderla effettiva introducendo delle sanzioni per i trasgressori. nel 1904 fu promulgata la legge Orlando, che tendeva a migliorare le misere condizioni dei maestri; la scuola elementare fu ridotta a 4 anni, si estendeva l’obbligo scolastico al dodicesimo anno di età e si istituivano corsi professionali. 

Con l’avvento del Fascismo, il ministro Giovanni Gentile, in virtù della delega dei poteri attribuiti dal governo Mussolini, emanava i decreti della riforma che porta il suo nome, regolamentando in modo radicale il sistema scolastico italiano.

L’ordinamento primario prevedeva così una scuola materna non obbligatoria; 

una scuola elementare divisa in due cicli: il primo triennale e il secondo biennale; un corso integrativo di avviamento professionale; l’estensione dell’obbligo al quattordicesimo anno di età. 

L’istruzione secondaria comprendeva sei tipi di scuola media superiore:

un corso integrativo post – elementare; una scuola complementare trasformata in scuola di avviamento professionale; un istituto magistrale inferiore; un istituto tecnico inferiore; un ginnasio; una storia d’arte.

La scuola superiore era divisa in cinque aree: il liceo artistico; il liceo scientifico; l’Istituto magistrale superiore; gli istituti tecnici; il liceo femminile.

L’ordinamento universitario era suddiviso in tre tipologie: università statale,sovvenzionata  dallo Stato; università sovvenzionate dallo Stato e da enti pubblici e privati; università libere prima di contributi statali.

La caratteristica dell’ordinamento scolastico attuato da gentile era quella di essere estremamente selettivo, visti i severi meccanismi di sbarramento, ovvero esami e percorsi preclusivi.

La legge Bottai successivamente, cercava di creare un sistema di selezione precoce introducendo una scuola artigiana, un corso triennale dopo le elementari; una scuola professionale triennale da istituire nelle città per formare operai specializzati e impiegati di livello inferiore; una media unica che riuniva il ginnasio e vieni degli altri istituti superiori, in cui lo studio del latino apriva le porte alle scuole superiori. 

Subito dopo la fine del Fascismo, l’istituzione scolastica venne ritoccata con interventi solo parziali, mantenendo inalterato l’apparato di tipo gentiliano fino al 1962, quando la scuola media subì una profonda modifica: venne eliminato l’avviamento professionale introdotta una scuola media unica ed obbligatoria per tutti. Lo studio del latino fu abolito, pur rimanendo facoltativo.

Si comincia ad avere una maggiore richiesta di scolarizzazione; nel 1968 venne istituita così la scuola materna statale, come risposta alle istanze sociali della donna che lavora, visto che questo tipo di scuole erano private e gestite esclusivamente da religiosi.

Nel 1968 venne abolito l’esame di ammissione al magistero;nel 1969 fu avviato il piano per la riforma dell’università, vennero riformati gli esami di stato. 

Nel corso degli anni ’70 si sviluppò un sistema di alfabetizzazione e di rialfabetizzazione per gli adulti con l’ introduzione delle 150 ore. Così chi lavorava a tempo determinato poteva continuare anche a studiare. La scuola era di massa e nel 68 c’era il pericolo di accendere” un fuoco” per così dire. I bocciati di quel periodo erano quelli della classe meno abbiente, andavano avanti solamente quelli stimolati ad andare avanti, chi si pensava invece che non avesse  capacità  veniva fermato e non incoraggiato a proseguire. Questa discriminazione dei ceti più poveri prospettò in seguito il 6 politico dove tutti avrebbero avuto 18 all’università e 6 nelle altre scuole. Qui si inseriscono  le carte dei diritti dell’uomo e del cittadino della Costituzione. La scuola è laica, i principi ispiratori sono la carta dei diritti dell’uomo e la Costituzione.  Il bambino deve essere educato anche a livello psicologico e fisico e anche se didiversa  geologia politica ha diritto a confrontarsi serenamente con la guida di un insegnante. Si introducono lingue straniere, l’insegnante specialistico di sola lingua madre inglese e quello specializzato che conosce la materia italiana ed è però abilitato ad insegnarne una straniera.

Nel 1962 ricordiamo poi che viene inserito il tempo pieno e gli insegnanti  dividono i compiti scolastici.

Nel 1977 si introducono gli organi collegiali. Anche i genitori prendevano parte importante nella scuola e considerati.

Nel 1997 venne avviata la cosiddetta riforma dei cicli, tale riforma ipotizzava una riorganizzazione dei saperi

Nel 2002 Letizia Moratti ha presentato nuova riforma dei cicli che sostituisce quella del precedente governo.

Nel 90 la legge 48 viene inserita la legge sui moduli due insegnanti su due classi. Prima c’era il maestro unico. Successivamente, l’integrazione dei portatori handicap.

Oggi sistema scolastico subisce evoluzioni continue. In relazione alle recenti richieste del mondo del lavoro sta affrontando il problema di quali saperi ed abilità devono essere rilasciati ai nuovi studenti.

La scuola sta cominciando ad affrontare il problema della multietnicità, a partire dalla scuola primaria. Molti sono i bambini di paesi e di etnie diverse che cominciano a frequentare il sistema scolastico italiano; i motivi di questo fenomeno sono almeno due: uno quello immigratorio e l’altro legato ad alcuni fenomeni di adozione internazionale che porta parecchi bambini ad essere integrati nel nostro contesto sociale e culturale.

Molte scuole risolvono il problema di cultura e sistema comunicativo attraverso la figura del mediatore socio-culturale.

L’attenzione oggi viene prestata alla politica e dell’orientamento sia scolastico che professionale. Ma le scelte degli studenti sono state poco coerenti con le loro reali aspirazioni o abilità. Il risultato è stato una forte de motivazione allo studio, scarso impegno, basso livello di preparazione, oppure una dura selezione con conseguente abbandono o dispersione di larghe fasce di popolazione studentesca. Il problema attuale è sempre il lavoro che manca.

Una scuola che cambia comunque, deve poter fornire corrette informazioni per agevolare la scelta da parte dei giovani e per scegliere la via più idonea per studi e carriere successo professionale.

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Matilde La Placa

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