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Una ricostruzione agghiacciante.
Dalla scatola nera (Voyage Data Record – VDR) della “Vulcanello”, la petroliera che potrebbe essere coinvolta nella collisione con la Nuova Iside, l’imbarcazione della marineria di Terrasini, città costiera alle porte di Palermo – naufragata la sera del 12 maggio tra San Vito Lo Capo e Ustica – vengono fuori i momenti salienti di una possibile collisione. Quella maledetta sera, a bordo del peschereccio c’erano Matteo Lo Iacono (deceduto), il figlio Vito (disperso) e il cugino Giuseppe (deceduto).
Da quanto emerge dal VDR, sono da poco passate le 23 del 12 maggio, per l’esattezza alle 23.02’27”, quando si sente il primo “rumore netto”, così lo descrivono gli inquirenti che hanno minuziosamente ascoltato ogni solco della scatola nera impiantata nella petroliera e poi relazionato la Procura di Palermo, titolare dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico. Alle 23.03′.04” un secondo rumore, che cresce di intensità; ed è più forte pochi secondi dopo, alle 23.03′.31”. Tutto si svolge in una manciata di secondi, poi il silenzio.Per gli inquirenti sono rumori “potenzialmente idonei ad essere prodotti dal contatto ripetuto di un oggetto di grandi dimensioni con l’opera morta della nave ‘Vulcanello'”.
“Dai documenti dell’indagine emerge un quadro indiziario agghiacciante – afferma Aldo Ruffino, legale della famiglia Lo Iacono – Chiediamo che venga fatta piena giustizia e che la Nuova Iside diventi il simbolo per una riorganizzazione che metta in primo piano la sicurezza di tutti i marittimi d’Italia, in un mare, ad oggi, senza regole”.
Fonte: Ansa
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