Polizzi, raccolta di firme per la chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano

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 Da sempre si occupa con entusiasmo e passione dell’Italia e degli italiani, mettendosi in ascolto dei cittadini per ideare e immaginare insieme il futuro. 

Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia, tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità è la sua priorità. Questa la missione Fai, Fondo Ambiente Italiano,una fondazione nazionale senza scopo di lucro che ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano,  curato in Italia luoghi speciali per le generazioni presenti e future,promuovendo l’educazione, l’amore, la conoscenza e il godimento per l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico.

Anche a Polizzi Generosa, sulle Madonie, si cerca tale sensibilità per garantire una difesa verso la chiesa di Santa Maria Lo Piano già esistente agli inizi del 1300 quando era consacrata a Santa Maria del Soccorso. Nei primi del ‘500 risultava titolata a Santa Maria della Visitazione. Dal 28 ottobre 1621 il 15 luglio 1622 fu eretta a Parrocchia. È stata anche sede del senato cittadino. Intorno al 1770 furono completamente rifatti la facciata principale e il campanile. 

L’obiettivo adesso è quello di raggiungere 4000 voti e mantenere la 15 posizione nella classifica nazionale i luoghi del cuore FAI.

Dalla pagina Facebook creata appositamente, si chiede se fa piacere di votare e far votare condividendo il link :

https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-santa-maria-gesu-lo-piano?ldc

“Date spazio alla storia e al tempo.

Date importanza all’arte, a ciò che siamo,
a ciò che i nostri avi sono stati,
che con preziosa generosità ci hanno tramandato con la saggezza di saper custodire.

Salvate il vostro patrimonio identitario, la vostra eredità di cultura .

Raccolta firme per il restauro della chiesa di Santa Maria Gesù Lo Piano.

Polizzi Generosa.

Amate i paesi, prendetevene cura”. 

Matilde La Placa 
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