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I due custodivano all’interno delle rispettive abitazioni, utilizzandoli come soprammobili, 5 anfore in terracotta e 3 frammenti di anfore di grande interesse storico-artistico.
Tutti i reperti da una prima analisi sono databili verosimilmente tra il I e il III secolo a.C. e, secondo quanto riferito da chi li deteneva illegalmente, erano stati rinvenuti sul fondale marino nel corso di una battuta di pesca.
Quanto recuperato, di particolare interesse storico culturale, è stato affidato alla struttura museale del parco archeologico Hymera, Solunto e Jato.
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